Pescara. Dopo le dichiarazioni dei sindaci, rimbalzano anche sui social le adesioni alla protesta simbolica che giovedì 10 febbraio vedrà spente, per pochi minuti, piazze e luoghi simbolici dei Comuni italiani per protestare contro il caro bolletta. Da Nord a Sud le associazioni regionali hanno raccolto l’invito del presidente Decaro che ha parlato senza mezzi termini di rischio di “tagli ai servizi essenziali” qualora il governo non intervenisse con ristori adeguati.
Anci Marche attraverso il suo profilo Facebook “aderisce convintamente a questa iniziativa e ha già chiesto a tutti i colleghi sindaci di scegliere un monumento particolarmente significativo del proprio comune e procedere a spegnere le luci che lo illuminano giovedì 10 febbraio alle ore 20″.
A scriverlo la presidente Valeria Mancinelli che plaude alla “giusta presa di posizione di Anci e del presidente Antonio Decaro contro il caro bollette per i rischi che esso avrà sui bilanci comunali e sull’erogazione dei servizi alla comunità”. Le fa eco Mauro Guerra che in qualità di presidente di Anci Lombardia sui profili social dell’associazione ribadisce: “C’è il grande tema dell’equilibrio di parte corrente dei bilanci dei comuni. Oggi messo pesantemente in discussione dagli straordinari incrementi dei costi delle materie prime e dell’energia che, oltre che su famiglie e imprese, si abbattono anche sui Comuni in modo molto pesante. Si pensi soltanto ad esempio all’illuminazione pubblica, agli impianti dei servizi comunali. Su questo va raccolto e l’allarme che viene dai territori. Anci Lombardia – aggiunge – rivolgere con forza un appello ad intervenire ai parlamentari di tutti gli schieramenti ed agli esponenti del Governo”.
Decisa anche la presa di posizione di Anci Toscana tramite il presidente Matteo Biffoni a denunciare una situazione che senza interventi urgenti diventerà “insostenibile”. E Biffoni porta anche a monito i numeri dei rincari: “L’Anci – si legge sul sito dell’Anci regionale – stima per le amministrazioni comunali un aggravio di almeno 550 milioni di euro, su una spesa complessiva annua per l’energia elettrica che oscilla tra 1,6 e 1,8 miliardi di euro. Per la Toscana si tratterebbe di un aggravio di oltre 30 milioni di euro”.
Da Nord a Sud con l’adesione dei Comuni di Anci Sicilia. Il presidente Leoluca Orlando, in una nota rilanciata sui social, ha fatto sentire anche in Regione la sua voce e quella dei sindaci siciliani. “Come abbiamo anticipato in una nota inviata nei giorni scorsi al presidente Nello Musumeci e agli assessori regionali delle Attività produttive e delle Autonomie locali, Girolamo Turano e Marco Zambuto, i rilevanti rincari dei costi dell’energia elettrica e del gas stanno rappresentando una reale minaccia non solo per gli equilibri, già precari, degli enti locali ma anche per quelli delle società partecipate, con particolare riferimento a quelle che gestiscono il servizio idrico integrato.
Queste ultime, infatti, ove volessero operare un ‘ribaltamento’ dei costi sugli utenti, non potrebbero procedere con immediatezza dovendo intervenire su una tariffa sottoposta all’approvazione dell’Arera”. Appelli a spegnere per qualche minuto un luogo simbolo dei municipi arrivano dalle Anci di Abruzzo, Puglia, Piemonte, Liguria, Veneto, Lazio e Calabria che sui propri canali social hanno rilanciato l’appello di Decaro e dell’Anci.