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Bio cantina sociale Orsogna: talee ancestrali nel giardino delle rose

Alessandra Ciciotti di Alessandra Ciciotti
1 Agosto 2025
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Torricella Peligna. Talee di rose “ancestrali”, a cinque petali, e “sacre”​, ovvero identitarie dei siti di culto mariano, provenienti dal territorio abruzzese, piantate ad arricchire il ​Giardino adiacente al santuario rurale della Madonna delle Rose, nel comune di Torricella Peligna, che domina da una rupe la valle dell’Aventino e il versante orientale della Maiella,​ in provincia di Chieti.

L’iniziativa, nell’ambito del progetto “Pe’ nin perde la sumente”, in collaborazione con la Banca del germoplasma del Parco nazionale della Maiella, è della Bio Cantina ​Sociale Orsogna, che da anni pratica un modello di viticoltura biologica e biodinamica, leader in Abruzzo e in Italia con circa 300 soci operativi su 1.500 ettari di vigneto, in collaborazione con l’amministrazione comunale guidata dal sindaco Carmine Ficca, e ​con don Charles Iruthayarai, e i fedeli custodi di uno dei più importanti luoghi di spiritualità e devozione in Abruzzo.

La piantumazione di nuove e preziose varietà nel Giardino delle rose dimenticate, con successiva benedizione e messa affidate a don Charles, ha avuto luogo nei giorni scorsi, alla presenza del sindaco Ficca, del responsabile dell’Ufficio ​monitoraggio e ​conservazione ​biodiversità​, Marco Di Santo​, per il Parco nazionale della Maiella, mentre a rappresentare la Bio Cantina Sociale Orsogna, di cui è presidente Giuseppe Micozzi e direttore l’enologo Camillo Zulli, sono stati il vicepresidente Alessandro Pinto, l’etnobotanico Aurelio Manzi e il botanico Antonio Di Renzo.

L’immagine sacra della Madonna delle Rose apparve secoli addietro nell’area del​ santuario, nei pressi di una piccola grotta, proprio sopra una pianta di rose. La rosa​ rappresenta dunque il simbolo identitario per questa Madonna rurale, il cui culto è molto sentito tra i fedeli della vallata e così si è deciso, dall’ottobre 2022, di piantare, proprio a ridosso del santuario, numerose varietà di rose selvatiche, rose coltivate e antiche, e rose “sacre”, altrimenti destinate all’oblio e all’estinzione, con l’inaugurazione del Giardino avvenuta il 27 maggio 2023, in occasione della solenne Festa della Madonna delle Rose.

L’iniziativa del Giardino delle rose dimenticate si inquadra in un progetto più ampio​, volto​ a​d affermare ed identificare l’area dell’Aventino come “Valle della Biodiversità”.

“È oramai da tre anni che ci dedichiamo ad arricchire il Giardino delle rose dimenticate – ha affermato il vicepresidente Pinto -: si tratta di un lavoro intenso, nell’ambito delle attività che stiamo portando avanti con il progetto ‘Pe’ nin perde la sumente’, per la salvaguardia della biodiversità vegetale, animale e culturale della Maiella Orientale. La messa a dimora di queste nuove talee ha un significato profondo, quello di preservare la diversità della vita, che significa anche mantenere una identità territoriale, trasmettere alle nuove generazioni la bellezza che abbiamo avuto in dono. Rappresenta altresì un passo avanti nella stretta, proficua e costante collaborazione con la parrocchia, i suoi fedeli e con il Comune di Torricella, che ringrazio calorosamente”.

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A ripercorrere il sottile nesso tra devozione e tutela della biodiversità è stato dunque l’etnobotanico Manzi.

“Sulla stessa roccia calcarea su cui è stato edificato il santuario si localizza anche la gigantesca orma di Sansone di cui ha scritto lo stesso Gabriele D’Annunzio – ha spiegato Manzi​ -. Dal santuario si abbracciano con lo sguardo le chiese della vallata, da Palena a Palombaro, dove vengono venerate le Sette Madonne Sorelle dell’Aventino, sette Madonne di antico culto, legate da un forte patto di sorellanza, secondo i raccolti popolari trascritti dallo storico di Lama dei Peligni, Francesco Verlengia”.

“Nel ‘Giardino delle rose dimenticate’ – ha proseguito Manzi – sono state dunque raccolte le vecchie varietà coltivate, non nelle ville patrizie o nei giardini blasonati, ma attorno alle umili masserie contadine, a ridosso dei pozzi, nei cimiteri e chiese rurali abbandonate. È la prima iniziativa di questo genere nel territorio regionale. In futuro è previsto di raccogliere, sempre nell’area del santuario della Madonna delle Rose, altre rose ‘sacre’, ossia quelle legate a fatti​ miracolosi, identitarie dei siti di culto mariano e non, di tutto il Paese”.

Il progetto “Pe’ non perde la sumente”, sta mettendo in campo numerose iniziative per la conservazione della biodiversità naturale, agricola e culturale, che va oltre la valorizzazione e l’ampliamento della coltivazione di rari e antichi vitigni nelle aree montane e pedemontane della Maiella orientale, che rappresenta l’ambito di competenza principale della Bio Cantina Sociale Orsogna.

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