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Bandiera europea a mezz’asta, il consigliere regionale Di Benedetto: gesto poco corretto e inopportuno

Francesca Trinchini di Francesca Trinchini
2 Aprile 2020
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L’Aquila. “Il simbolismo è una cosa che ha un po’ alienato l’essenza della politica negli ultimi anni. C’è troppa volontà di manifestare la forma e, ieri, in consiglio regionale, purtroppo, questo è stato fatto. Spostare la bandiera dell’Europa in aula e metterla a mezz’asta all’ingresso dell’Emiciclo è stato istituzionalmente poco corretto e politicamente inopportuno”. Lo afferma il consigliere regionale Americo Di Benedetto, del gruppo “Legnini Presidente”.

“È stato” dice Di Benedetto “un irricevibile segnale di forma e uno stridente segnale di sostanza, preso atto che la parte più importante della legge, rubricata “Misure straordinarie ed urgenti per l’economia e l’occupazione connesse all’emergenza epidemiologica da Covid-19”, è incentrata sulla rimodulazione dei fondi strutturali che l’Europa ha messo a nostra disposizione derogando alla finalità di investimento e aprendo a sovvenzioni dirette, a fondo perduto, alle imprese. Anziché spostare le bandiere” sostiene Di Benedetto “bisognerebbe lavorare per accorciare i tempi dei bandi a venire, assumere nell’immediato la ricognizione delle disponibilità da rimodulazione dei fondi europei ed elargire denaro alle aziende in sofferenza stralciando la burocrazia”.

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“L’unica cosa che l’articolato normativo prevede ora per le imprese è l’utilizzo della disponibilità (6 milioni di euro) derivante dalla sospensione delle rate dei mutui regionali di cui art. 111 D.L. 18 – emergenza Covid-19, ma lo fa per finanziare gli investimenti (cosa incoerente per il momento che viviamo) restituendo il 40% dell’investimento stesso (fino a un massimo di 5mila euro) a piccole e micro imprese e a professionisti in regime forfettario. Ben si comprendere la platea dei potenziali beneficiari (oltre 100mila) e i fondi che saranno assegnati (sic!), ammesso che le attività si trovino in condizione di investire in questo momento. Questi fondi sono gli unici disponibili subito in quanto i fondi rotativi previsti in legge sono semplici anticipazioni di cassa alle strutture pubbliche e non alle imprese.
Se avessimo utilizzato i 6 milioni di euro per le micro imprese e per i giovani professionisti con basso volume di affari e se lo avessimo fatto con contributi a fondo perduto avremmo dato almeno una risposta concreta e veloce, ma soprattutto lo avremmo fatto nei confronti di chi in questi giorni realmente sconta le difficoltà della sofferenza economica” conclude Di Benedetto.

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