Chieti. Avrebbe dovuto assistere, come badante, una donna di 91 anni affetta da grave malattia degenerativa.
E invece non le ha risparmiato gesti di vera e propria crudeltà, scoperti solo perchè le figlie della signora hanno messo una telecamera nella stanza da letto.
Una donna di 60 anni è stata raggiunta da divieto di avvicinamento emesso dal gip del Tribunale di Chieti Enrico Colagreco su richiesta del pm Lucia Campo, che aveva chiesto gli arresti domiciliari, al termine delle indagini condotte dalla Squadra Mobile della Questura di Chieti, sezione reati contro la persona: la badante è accusata di maltrattamenti e lesioni personali aggravate.
A presentare una denuncia querela il 29 luglio scorso alla Mobile sono state le figlie della 91enne le quali, in seguito a un delicato intervento chirurgico a cui la madre era stata sottoposta, non riuscendo a capacitarsi delle molteplici problematiche post-operatorie intervenute dopo le dimissioni dall’ospedale, hanno deciso di installare una telecamera nella stanza della donna.
La badante viene ripresa mentre strattona e colpisce l’anziana inerme. Da qui l’immediata denuncia che ha portato alla ricostruzione di due anni di vessazioni. In particolare, dalle indagini è emerso come la badante, con condotte violente e reiterate, aveva posto in essere maltrattamenti consistiti in percosse e lesioni che l’anziana, incapace di parlare e impossibilitata a richiedere aiuto, aveva subito impotente, riportando lividi, ferite e gravi lesioni.


