Bussi. Domani, 17 febbraio, è il giorno della sentenza del processo in Corte d’Assise d’Appello all’ Aquila sulla cosiddetta mega discarica dei veleni di Bussi sul Tirino (Pescara) della Montedison. A stabilire la data della sentenza era stato il presidente del consiglio del collegio, Luigi Catelli, al termine dell’udienza dello scorso 3 febbraio. Diciannove gli imputati, accusati di avvelenamento e disastro ambientale. Dopo alcuni rinvii a causa della neve, l’ultimo appuntamento c’è stato lo scorso 7 febbraio, quando è stata la volta delle repliche delle difese che hanno puntato il dito contro l’avvocato dello Stato Cristina Gerardis, direttore generale della Regione Abruzzo, la quale ha fornito alla corte nuovi elementi, soprattutto uno studio allarmante sull’ inquinamento e l’avvelenamento. I legali degli imputati hanno chiesto al collegio di escludere dal materiale probatorio la produzione di atti fatta da Gerardis. “E’ una scelta di campo considerare la falda l’oggetto giuridico del reato di avvelenamento delle acque destinate al consumo umano”, ha sottolineato il procuratore generale Romolo Como nella sua breve replica.
Domani, dopo un piccolo spazio dedicato a ulteriori repliche, qualora ve ne sia bisogno, i giudici si riuniranno in camera di consiglio. A questa fase del procedimento all’Aquila si è arrivati dopo il pronunciamento dello scorso marzo della Cassazione, che ha convertito in appello tutti i ricorsi presentati “per saltum” alla Suprema Corte. In Corte d’Assise a Chieti, il 19 dicembre 2014, i 19 imputati furono assolti dall’accusa di aver avvelenato le falde acquifere, mentre il reato di disastro ambientale è stato derubricato in colposo e, quindi, prescritto.