L’Aquila. L’ennesima condanna da parte del Tribunale di L’Aquila verso la Asl 1 per la mancata attuazione di percorsi riabilitativi, previsti dalle leggi nazionali, recepiti da norme regionali e regolarmente prescritti dalla stessa Asl. Nonostante la regolare prescrizione del distretto sanitario di competenza la Asl non ha attivato alcun percorso riabilitativo costringendo l’associazione a tutelare il diritto alle prestazioni per Vladic Ciccotosto“.
Lo fa sapere in una nota Dario Verzulli, presidente dell’Associazione Autismo Abruzzo Onlus in merito alla decisione del Tribunale dell’Aquila che ha stabilito il trattamento riabilitativo extramurario – compagno adulto – per 6 ore a settimana, per 12 mesi, o direttamente o assumendosi i costi delle strutture specializzate, condannando la parte convenuta a pagare le spese di lite che liquida in 1.500 euro, oltre spese, iva e cpa, con distrazione.
“Il caso di Vladic, ragazzo autistico ad alto funzionamento, è molto particolare e merita una attenzione profonda – spiega Verzulli – 27 anni, adottato all’età di 12 anni da una famiglia abruzzese, Vladic ha avuto problemi comportamentali tipici della sua condizione e senza una rete di servizi adeguata e vicina nel gennaio 2022 è finito nel Reparto di Psichiatria di Lanciano. Alla sua dimissione (13 febbraio 2022) la ASL di Chieti lo inviò presso una struttura residenziale psichiatrica per adulti che però, per sua fortuna, era satura”.
“Dal 13 febbraio 2022 Vladic è un cittadino aquilano – continua -, accolto dalla nostra associazione in un appartamento del Progetto CASE messo a disposizione dal Comune dell’Aquila (Progetto DAVIDE) ed è iscritto all’Accademia delle Belle Arti. Ha ottenuto, grazie all’accordo stipulato tra ADSU e Autismo Abruzzo onlus, alloggio e servizi presso la residenza universitaria Campomizzi. Al netto delle difficoltà tipiche della sua condizione, Vladic oggi è un cittadino libero che ha riconquistato dignità”.
“Per la sua condizione – spiega ancora – Vladic aveva bisogno di un ‘Tutor – Compagno adulto’, cioè una figura qualificata in grado di sostenerlo nelle fasi critiche e aiutarlo nella programmazione settimanale delle sue attività. Il contatto saltuario con gli operatori del Centro di Salute Mentale era insufficiente e l’Associazione Autismo Abruzzo, grazie alla disponibilità di volontari e professionisti, gli ha assicurato un supporto dedicato. In data 22 febbraio 2023 è stata richiesta una specifica valutazione da parte della Commissione UVM presso il Distretto sanitario aquilano con l’obiettivo di ottenere il riconoscimento del setting previsto dalla normativa regionale per il suo caso”.
“La Commissione UVM infatti nella seduta del 22 febbraio 2022 aveva indicato e prescritto il setting ‘trattamento riabilitativo extramurario (compagno adulto) x 6h/sett x 12 mesi’. Tale indicazione però non ha sortito alcun effetto e ci ha costretti, per l’ennesima volta, ad inviare formale diffida alla Asl aquilana. La formale messa in mora della ASL non riceveva alcuna risposta e in data 13 luglio il Giudice del Lavoro Giulio Cruciani emetteva l’Ordinanza n. 236/2023 ordinando alla ASL convenuta di dar corso immediatamente in favore di Vladic del trattamento riabilitativo prescritto e di garantire la spesa necessaria. La ASL nello stesso provvedimento è stata condannata al pagamento delle spese legali”:
“Con lo Studio legale del nostro volontario, l’avvocato Gianni Legnini, abbiamo ormai perso il conto dei pronunciamenti dei Tribunali abruzzesi contro le ASL sempre per la mancata applicazione del diritto alle cure – aggiunge Verzulli – La nostra Regione si è data regole chiare, anche grazie al contributo, negli anni, di diverse associazioni, ma non riesce ad applicarle. Le motivazioni da parte della ASL aquilana sono sempre le stesse: rispetto dei budget imposti da Regione e Governo. Le motivazioni dei Giudici sempre le stesse. Ora, il tetto di spesa, non può limitare l’erogazione di tali prestazioni; il tetto di spesa è stato tenuto presente, a monte, ai fini dell’individuazione di un ampliamento dei livelli essenziali di assistenza e deve guidare la gestione delle risorse nell’erogazione di tali prestazioni, ma non può una volta che siano stati individuati i lea discriminare gli utenti (si curano i pazienti solo sino al raggiungimento di una somma tetto, gli altri no)”.
“Le motivazioni del Giudice sono chiare e dovrebbero indurre le ASL e la Regione a rivedere il fabbisogno stabilito con la Delibera di Giunta Regionale n. 807 del 22 dicembre 2022 che ha stabilito, sulla base della spesa sostenuta nell’anno 2021, l’entità delle risorse disponibili per il triennio 2022-2024”.
“Insomma – sottolinea -, a fronte di centinaia di ordinanze che affermano il diritto alle cure per le persone con autismo ci saremmo attesi una maggiore reattività degli organi regionali. Se le risorse disponibili restano le stesse per casi diagnosticati e in aumento vuol dire che non ci si adopera per una programmazione funzionale e si condannano gli ‘esclusi’ alla lunga lista di attesa”.