L’Aquila. “Un primo ed importante risultato della mobilitazione di Coldiretti che ha coinvolto anche centinaia di allevatori abruzzesi con presidi nei supermercati, tra cui ricordiamo l’iniziativa di fronte all’Ipercoop dell’11 novembre scorso, dove abbiamo trovato il sostegno convinto dei cittadini nella difesa del latte, delle stalle e delle nostre campagne”. E’ quanto afferma il direttore di Coldiretti Abruzzo Alberto Bertinelli in merito all’intesa raggiunta con la multinazionale Lactalis sul prezzo del latte alla stalla che prevede in tutto il Nord per il prossimo trimestre un aumento di 2,1 centesimi al quale vanno aggiunti il centesimo garantito dal Ministero delle Politiche Agricole con aiuti straordinari dell’Unione Europea ma anche le risorse che le regioni lattiere direttamente interessate possono mettere a disposizione se vorranno sostenere gli allevatori delle loro realtà territoriali. Secondo l’ufficio studi della Coldiretti tra effetti diretti ed indiretti sul mercato nazionale del latte l’accordo porterà almeno 340 milioni di euro su base annua in piu’ nelle stalle italiane, se ci sarà responsabilmente un allineamento di tutti i soggetti industriali presenti sul territorio nazionale. “Un primo passo per restituire fiducia agli allevatori e una base contrattuale locale certa – aggiunge Bertinelli – ma la battaglia della Coldiretti continua nelle sedi istituzionali per arrivare al piu’ presto alla corretta identificazione dei prodotti che usano latte italiano con l’indicazione in etichetta, che impedisca di spacciare come Made in Italy il prodotto importato e di salvare un patrimonio caseario importante che, in Abruzzo, per esempio, è rappresentato da formaggi come la scamorza, la giuncata, il primo sale e la caciotta frentana”. Coldiretti Abruzzo, ribandendo la soddisfazione per l’accordo raggiunto, ricorda che in Abruzzo 5mila famiglie sono legate alla produzione di latte, alla trasformazione, alla commercializzazione e a tutto l’indotto del mondo rurale (veterinari, mangimisti, produttori di cereali, ecc) di cui fanno parte una quarantina di caseifici artigianali e 500 allevatori di latte bovino che producono circa 850mila quintali di latte che generano un indotto di 34milioni di euro.