L’Aquila. Le lavoratrici e i lavoratori in appalto della ASL1 Avezzano-Sulmona-L’Aquila, assegnati al CUP e al call
center, insieme alla CGIL, sono stati auditi oggi dinanzi alla Terza Commissione, Politiche sociali,
culturali e formative, del Comune dell’Aquila.
Invero, come è noto, le condizioni lavorative in cui gli stessi operano non sono dignitose e sono
inaccettabili, con gravi ripercussioni sul corretto funzionamento dei servizi e, per l’effetto, sull’utenza
che, al momento, per effettuare una prenotazione, è costretta ad attendere, in media, due o tre ore in
presenza, presso il CUP, e fino ad un’ora al telefono.
Più specificamente, mentre il personale del call center, proprio in questi giorni, grazie all’impegno
della CGIL, tramite la mobilitazione e la costante interlocuzione con le lavoratrici e con i lavoratori, è
stato trasferito in locali idonei siti nelle immediate vicinanze dell’ospedale, rimangono attuali le
problematiche relative ai luoghi di lavoro del personale impiegato presso il CUP. Ed infatti, questi
lavoratori e queste lavoratrici, già costretti ad operare sotto organico e senza smart working, operano
presso postazioni di lavoro inadeguate e con la connessione internet che non funziona come dovrebbe,
implicando un grave ritardo nell’esecuzione delle prestazioni fornite all’utenza. Ritardo che, viste le
dimensioni contenute dei locali che ospitano il CUP, determinano file interminabili (si parla, in media,
di circa due o tre ore di attesa) che costringono i cittadini e le cittadine, in massa, ad attendere fuori
dallo stabile, esposti anche a vento, pioggia o neve, a seconda delle condizioni meteo del giorno. E ciò
anche a causa del fatto che, anche presso i distretti, il numero degli operatori e, di conseguenza, il
numero di ore nelle quali i distretti sono aperti, non sono sufficienti a soddisfare le richieste
dell’utenza.
Tali condizioni di lavoro causano, da un lato, forte disagio ed incertezza ai lavoratori e alle lavoratrici
coinvolti e, dall’altro, notevoli ritardi nell’adempimento delle prestazioni a danno dell’utenza che,
esasperata da attese estenuanti, anche all’aperto, spesso riversa il proprio malcontento sugli stessi
operatori e operatrici, già allo stremo e privi di un servizio di vigilanza all’uopo preposto.
E’ necessario, quindi, che la ASL1 si adoperi per risolvere immediatamente questa situazione ormai
insostenibile, a salvaguardia del diritto al lavoro degli operatori e delle operatrici del CUP e del call
center e del diritto dei cittadini e delle cittadine di fruire di un servizio sanitario pubblico basato sui
principi di equità, universalità e gratuità.
La CGIL continuerà a battersi per il lavoro stabile, sicuro e di qualità e, per l’effetto, per il buon
andamento del sistema sanitario pubblico, a tutela di tutto il personale che, da anni, si spinge oltre le
proprie possibilità per sopperire alle innumerevoli carenze e per garantire il diritto alla salute dei
cittadini e delle cittadine.