Rapino. “La comunità di Rapino si è sempre distinta per volontà di accoglienza ed inclusione: come ha dimostrato con la disponibilità nell’emergenza migranti del 2015 e poi in quella ucraina. Mettendo a disposizione case dei cittadini e strutture comunali”. Così, in una nota, il Comune di Rapino.
“Se è vero, però, che quella dei migranti è una situazione emergenziale che riguarda tutti, allora la collaborazione istituzionale deve essere attivata a monte”, aggiunge, “e non dopo che si è provveduto ad individuare, da parte dei soggetti gestori, le strutture sui territori, senza coinvolgere i Comuni. Senza sentire chi conosce il territorio, le sue criticità, e le sue disponibilità migliori. Perché il sottoscritto è stato chiamato solo a titolo di cortesia dal Prefetto di Chieti, che ringrazio per la preziosa disponibilità e con cui la collaborazione è massima, per annunciare l’imminente attivazione di un CAS, presso una casa di un privato cittadino che neanche vive a Rapino ma in Svizzera. Attivazione prossima, confermata nella giornata di ieri, con una nota ufficiale, in cui si comunica anche il gestore e l’ubicazione del Centro. E che l’apertura fosse imminente, addirittura a giorni, è stato confermato proprio dal referente del gestore individuato dell’associazione Nuvola/Arci, Giulia De Donato Fasoli, con la quale ho richiesto un incontro immediato, proprio per avere maggiori dettagli tecnici”.
“Decisioni come queste, che impattano inevitabilmente sulla vita di una piccola comunità, debbono essere condivise e preparate, soprattutto nell’interesse degli ospiti. Perché l’obiettivo primario deve essere quello di creare le migliori condizioni per favorire l’accoglienza e l’integrazione dei migranti. Per questo, a seguito della comunicazione ufficiale, senza alcun allarmismo, l’Amministrazione di Rapino”, prosegue, “ha preso l’iniziativa di confrontarsi sulla questione con i propri cittadini in un incontro pubblico, come già fatto in passato per situazioni simili. E dal confronto tra amministratori di maggioranza, perché quelli di minoranza hanno disertato la riunione e il consiglio comunale senza giustificazione, e cittadini è emersa la necessità di chiedere la verifica di tutte le condizioni, comprese quelle della conformità ed adeguatezza dell’abitazione privata proposta, valutando anche la possibilità di mettere a disposizione strutture comunali forse più confacenti. Valutazioni ad oggi impossibili, visto che gli uffici comunali non sono stati minimamente coinvolti nelle verifiche necessarie per le norme di sicurezza e di agibilità urbanistiche, pur dando per certo, come appunto risulta dalle comunicazioni, l’individuazione della residenza privata succitata”.
“Per questo”, continua, “l’Amministrazione ha deciso di chiedere al Prefetto di Chieti, con il massimo e consueto spirito di collaborazione, la possibilità di stipulare un protocollo d’intesa in cui si tenga conto di una serie priorità, al fine di assicurare la migliore integrazione sociale. Tra cui un numero di migranti mai superiore al 2% della popolazione e comunque non superiore a 20, prioritariamente corrispondenti a nuclei familiari o minori; la valutazione prima della disponibilità di strutture comunali idonee rispetto a quelle private; la verifica della presenza di tutte le necessarie autorizzazioni in materia edilizia e sanitaria delle strutture, con il coinvolgimento per tempo degli uffici comunali; la disposizione che il gestore metta in atto tutte le forme preventive ed educative necessarie all’integrazione degli ospiti sul territorio comunale e che si avvalga di risorse professionali presenti sul territorio al fine di avere risposte rapide ed efficaci per ogni evenienza; l’attivazione da parte del gestore di un rapporto di collaborazione con il Comune per impostare un intervento in favore della conoscenza del territorio, della sua storia, della sua organizzazione e per favorire processi di partecipazione degli ospiti alla vita sociale, anche attraverso il coinvolgimento delle reti associative locali”.
“Ritengo che l’accesso ai servizi comunali e associativi, la partecipazione ad eventi culturali e di animazione e l’adesione ad opportunità di lavori di utilità sociale rappresentano occasioni importanti per favorire l’incontro e la conoscenza con la comunità locale e sono aspetti indicativi di qualità dello stesso ente gestore del servizio di accoglienza. Le garanzie che chiediamo ed offriamo nel protocollo d’intesa sono a nostro parere necessarie”, conclude, “per fare in modo che l’unico interesse sia quello di accogliere con gentilezza e capacità inclusiva persone fragili che vengono da storie purtroppo di dolore. Gentilezza e capacità inclusiva che abbiamo perfino ribadito con le opere pubbliche, come il Parco della Gioia appena inaugurato, simbolo ora della comunità di Rapino”.