L’Aquila. La Polizia ha eseguito un’ordinanza di misura restrittiva emessa dal Gip del Tribunale di L’Aquila a carico di quattro persone, di cui tre componenti lo stesso nucleo familiare, indagate in concorso per “atti persecutori, danneggiamento e lesioni personali” in danno di una donna a cui, in passato, il capo famiglia aveva rivolto molestie sessuali. Nella vicenda è coinvolto anche un amico della famiglia. In particolare sono stati disposti gli arresti domiciliari per l’uomo, ritenuto responsabile di “atti persecutori e danneggiamento in concorso”; il “divieto di avvicinamento alla vittima e ai prossimi congiunti” per la moglie e la figlia, e l’ “obbligo di dimora” per l’amico. Le misure arrivano a conclusione di una laboriosa indagine condotta dal personale della Squadra Mobile a seguito di innumerevoli denunce presentate dalla vittima. Le prime azioni vessatorie iniziano nel periodo successivo al terremoto del 2009, quando un sessantenne aquilano indirizza nei confronti della donna attenzioni a sfondo sessuale, tanto che nel 2013 lo stesso viene sottoposto “agli arresti domiciliari” per “atti persecutori e violenza sessuale” e non desiste dal suo atteggiamento neanche quando gli vengono sostituiti gli arresti domiciliari con il “divieto di avvicinamento” alla vittima. Da allora, sia l’uomo che la moglie e la figlia mettono in atto atteggiamenti illeciti nei confronti della vittima e della sua famiglia, che vanno dagli atti persecutori al danneggiamento con liquido altamente corrosivo delle autovetture, dal danneggiamento della loro abitazione a veri e propri “pedinamenti”, “appostamenti” e in alcuni casi “aggressioni fisiche”. La famiglia della vittima subisce, inoltre, l’incendio della casetta di legno dove si trovavano depositati tutti i mobili della loro casa distrutta dal sisma. Dalle indagini condotte da personale della Squadra Mobile, supportate dall’escussione di vari testimoni, intercettazioni telefoniche ed ambientali, comparazione e riscontri dei dati acquisiti, è emerso che l’uomo, nel compimento delle sue azioni criminose, ha più volte chiesto e ottenuto l’aiuto di un amico, un aquilano quarantacinquenne.