L’Aquila. La regione Abruzzo ha da poco inviato migliaia di comunicazioni a tutti quei contribuenti che hanno omesso di pagare il bollo auto per gli anni 2015 e 2016, o che l’hanno fatto in maniera irregolare.
A differenza di quanto avvenuto in passato, però, quest’anno all’utenza non sono stati inviati gli avvisi bonari, che permettevano di sanare agevolmente la propria posizione presso una delegazione Aci o qualsiasi altra agenzia di pratiche auto, disseminate su tutto il territorio regionale, ma sono stati recapitati direttamente gli atti di accertamento.
Questo comporta che, tutti gli automobilisti che riceveranno l’accertamento ma che avranno da sistemare la loro posizione tributaria (bolli pagati per errore su targhe sbagliate, auto demolite o altri errori simili) potranno farlo solo tramite posta elettronica, posta elettronica certificata (pec) o posta ordinaria. Tanti contribuenti si sono lamentati per questo nuovo approccio; anzitutto si esclude a priori la possibilità di poter dialogare con qualcuno per far valere le proprie ragioni, che potranno pervenire solo in forma scritta, ma poi sono altamente penalizzanti soprattutto per i più anziani, che hanno poca dimestichezza con le nuove tecnologie.
Qualcuno pensa che questa sia stata una scelta obbligata per la regione Abruzzo, che in tal modo è riuscita a bloccare i termini ed evitare che i bolli del 2015 cadessero in prescrizione. La sentenza della corte di cassazione n° 20.425, entrata in vigore il 25 agosto del 2017, accorciava infatti a tre anni la prescrizione del pagamento delle cartelle.