Roma. Stop ad ogni collaborazione istituzionale ed agli accordi
con le università russe i cui rettori hanno sottoscritto un documento in cui avallano l’invasione dell’Ucraina:
l’Università Normale di Pisa sposa in pieno la decisione dell’Associazione delle università europee (Eua) la
quale ha sospeso 12 università russe dopo le dichiarazioni a favore della guerra in Ucraina fatte dai loro rettori.
Non è la sola a scegliere questa strada dopo che ieri il primo a condannare la presa di posizione di alcuni atenei
russi era stato il rettore dell’Università per stranieri di Siena Tomaso Montanari. Nei prossimi giorni, si
apprende, i rettori degli atenei italiani potrebbero prendere una posizione comune sulla vicenda ma intanto il
mondo accademico si muove: dopo la Normale anche l’Università degli studi di Trento ha deciso di sospendere
le collaborazioni con istituzioni legate al governo russo. E’ la prima volta che l’università assume un
provvedimento simile ed agli studenti trentini che si trovano in Russia è stato suggerito di ritornare al più presto
in Italia. “Apprendo con sconcerto delle dichiarazioni di tanti Rettori di Università russe in sostegno delle
azioni militari in Ucraina. Tale posizione è in contrasto con tutti i valori nei quali deve credere il mondo
accademico di qualsiasi nazione”, è la posizione di Alberto Carotenuto, rettore dell’Università Parthenope di
Napoli. “‘Se anche la cultura inizia a sostenere le barbarie dei conflitti, bisogna davvero iniziare a temere per il
futuro. L’unico interrogativo che ci si pone è se non siano stati costretti a firmare una dichiarazione di tale
portata”, conclude Carotenuto. Il rettore dell’Università degli Studi del Sannio, Gerardo Canfora, ritiene che
“scienza e cultura devono aiutare a costruire ponti, non steccati”. E per questo pensa sia sbagliato interrompere
il dialogo con i ricercatori russi. “Mi piace ricordare che, a fronte della lettera apparsa sul sito dell’Unione
Russa dei Rettori a favore dell’azione militare, migliaia di scienziati russi hanno, con coraggio, sottoscritto un
appello di forte condanna pubblicato sul sito Troickij variant”, ricorda. Alcuni atenei, come il Politecnico di
Torino, sottolineano come gli studenti russi e ucraini (rispettivamente 202 e 90) continuino a frequentare
regolarmente le lezioni e siano stati attivati vari supporti per aiutarli. Silvio Cardinali, professore associato alla
Facoltà di Economia dell’Università Politecnica delle Marche e che in queste ore è stato eletto all’unanimità
vicepresidente dell’Academy of Global Business Research and Practice, è preoccupato per tutti i giovani: “Li
abbiamo stimolati ad andare in tutte le parti del mondo, la posizione dell’Eua è chiara e non la commento ma gli
studenti come vivranno tutto questo? Questa ferita cosa lascerà loro?” si chiede. Per la rettrice della Scuola
Sant’Anna di Pisa, Sabina Nuti, “il documento di appoggio alla guerra di aggressione russa in Ucraina
sottoscritto da alcuni rettori di università russe lascia tutti sconcertati. Per sostenere uno spirito critico nella
società russa e per diffondere un’opposizione interna alle scellerate decisioni del governo, il ruolo delle
università e dei ricercatori locali è fondamentale”. Appoggia la decisione dell’Eua anche la Cisl Università: “le
dichiarazioni fatte dall’Unione russa dei Rettori sono gravissime”. La Russia è già stata sospesa dallo status di
Osservatore dall’Organizzazione europea per la ricerca nucleare (Cern).