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Associazione ‘Salviamo l’Orso’: scandaloso taglio boschivo a Cansano che metterà in difficoltà gli orsi marsicani

Andrea Rosati di Andrea Rosati
27 Settembre 2019
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Cansano. “Taglio di un bosco maturo in comune di Cansano. Ancora una volta vengono ignorate le più elementari misure di tutela a favore dell’orso.”

Inizia così la dura nota dell’associazione Onlus “Salviamo l’Orso” che ha posto l’attenzione su un brutto fenomeno di taglio boschivo avvenuto nel comune di Cansano.

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Alcuni soci di Sulmona ci hanno segnalato un taglio boschivo in corso in località “La Difesa” nel comune di Cansano e abbiamo quindi fatto un sopralluogo rimanendo esterrefatti. Si tratta infatti di un bosco di Cerro che a seguito di tagli effettuati in passato, di conversione da ceduo a fustaia, ha in molti tratti assunto di nuovo un aspetto naturale e costituisce per l’orso marsicano sia un’importante area di rifugio e sia un’area di alimentazione ricca di risorse trofiche.

Il bosco si trova fuori dai confini del Parco ma è praticamente adiacente ad esso. L’area negli ultimi anni è sempre stata frequentata da più di un orso specialmente in questo periodo e nello scorso autunno, come fu verificato da i tecnici del PNM, è stata area di rifugio ed alimentazione per F1.99 (l’orsa Peppina) e i suoi tre cuccioli per più di un mese e mezzo, con la possibilità che vi abbia avuto anche la tana in cui ha svernato con i suoi piccoli. L’area ricade da anni per intero nella zona classificata come ZPC con le relative regolamentazioni per l’attività venatoria che al suo interno è ammessa ma con regole particolari che ne limitano l’impatto su una specie così importante e delicata come l’orso marsicano. Non solo, grazie alla sensibilità dimostrata dai cacciatori dell’ATC di Sulmona e dal loro presidente Marco Del Castello, che spontaneamente rinunciarono lo scorso anno ad andare a caccia in quell’area, fu possibile garantire pace e tranquillità all’orsa più famosa d’Abruzzo, la prima a partorire tre preziosissimi cuccioli lontano dalla core area della specie, il PNALM.

Siamo quindi all’assurdo o meglio alla schizofrenia, la stessa regione che prima si preoccupa che la caccia non disturbi l’orso e poi, come se niente fosse, autorizza la devastazione del bosco stesso rendendo inutile il sacrificio dei cacciatori e il lavoro dei biologi del PNM e della Riserva del Monte Genzana che tanto hanno investito su Peppina. Quel bosco, ormai quasi maturo, è ricco di risorse alimentari per l’orso che si sta preparando al letargo invernale e che lo frequenta assiduamente nel periodo di Ottobre-Novembre ma adesso viene trasformato nuovamente in un ceduo, con un taglio praticamente a raso e rilascio di una matricina di dimensioni ridicole ogni 30 alberi tagliati se non addirittura di più (vedere foto allegate al comunicato).

Gli alberi più vecchi e grandi vengono tutti tagliati e questo comporterà una vera e propria devastazione dell’area. Se ad un bosco di questo tipo la cui importanza è accresciuta dal fatto che è posto sulla direttrice lungo la quale svariati esemplari di orso si spostano tra il PNALM ed il PNM, la Regione non riesce a garantire un’adeguata protezione impedendo il taglio, effettuandolo eventualmente con modalità molto diverse dalle attuali e specialmente programmandolo per tempo in un periodo diverso da quello dell’iperfagia della specie, come possiamo poi pretendere che la popolazione di orso si espanda e si possa stabilire in  nuovi territori come la Regione stessa ha sottoscritto nell’ultimo accordo di programma con le Regioni vicine ed il Ministero dell’ambiente? Come puo l’ufficio DPD025 della Regione Abruzzo diretto da Vincenzo Tumminello autorizzare un taglio simile senza prima coordinarsi con l’ufficio Parchi e Riserve della regione, con il rappresentante per l’Abruzzo nell’Autorità di gestione del PATOM (il Piano Nazionale di tutela dell’orso bruno marsicano)? Chiediamo troppo che gli uffici regionali si parlino e si coordinino? Ormai tutti sanno che l’orso non conosce confini amministrativi, tant’è vero che la rete di monitoraggio regionale ne registra la presenza in ampie aree fuori dai confini dei Parchi e delle Riserve, quindi cosa sarebbe costato chiedere all’ente più vicino all’area proposta per il taglio, che è Il Parco Nazionale della Majella, se vi fossero criticità da tenere in conto?

Qui non si tratta di impiego fondi o di impegno di personale, sempre scarsi purtroppo, ma della sensibilità e della consapevolezza che i cittadini si aspettano dai funzionari e dagli uffici di una Regione che ha la responsabilità di proteggere e conservare una specie protetta a livello europeo e nazionale su cui vengono investiti denaro pubblico e il lavoro di molti enti. Chiediamo quindi cortesemente a Chiucchiarelli, rappresentante abruzzese al tavolo del PATOM ed a Tumminello, di bloccare immediatamente il taglio e di raccordarsi con la rete di Monitoraggio regionale ed il Parco Nazionale della Majella per rivedere modalità, dimensioni ed estensione dello stesso, per il bene dell’orso e per tener fede agli impegni che la Regione ha solennemente sottoscritto.”

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