Pescara. I soci di Agorà associazione onlus costituita da imprenditori e professionisti disabili e normodotati Scrivono una lettera aperta al commissario Cottarelli. “Le diciamo schiettamente che i risultati dei suoi studi per ridurre la spesa pubblica non ci convincono, sono banali, alcuni demagogici ed altri inapplicabili. Demagogici perché secondo Lei nella pubblica amministrazione vi sarebbero 85.000 esuberi. E come mai allora i Magistrati sostengono che il pessimo funzionamento della Giustizia dipenda dalla scarsità di uscieri, archivisti, operatori di segreteria ed altro? E nella scuola? Non mancano i bidelli? E nelle provincie fino a quando esisteranno e nei comuni non mancano giardinieri e cantonieri stradali? E negli ospedali non c’è carenza di infermieri e portantini? E poi, si, essi sono anche banali, nel senso che è da folli chiudere le caserme di polizia ed infine sono inapplicabili se mirano a colpire i cittadini deboli. Ebbene, a fronte di una ipotesi di mezzo smantellamento del paese dal quale racimolerebbe si e no un risparmio di appena 7 miliardi di euro l’anno, non sarebbe meglio affrontare una volta per tutte lo spinoso problema della produttività dell’impiego pubblico? Lei sa che il sistema Italia eroga interessanti salari a 3.800.000 dipendenti pubblici dei quali lo Stato datore di lavoro non riesce a misurarne il livello di “produttività”, forse per incapacità o per convenienza. All’occhio del cittadino che passa diversi mesi dell’anno in fila agli sportelli il livello di produttività risulta ampiamente scarso, per cui pretenderne un lieve aumento pari a soli 10 euro giorno significherebbe che in 220 giorni lavorativi i 3 milioni e ottocentomila dipendenti pubblici produrrebbero 8 miliardi e 360 milioni di euro l’anno, cioè 41 miliardi e 800 milioni in 5 anni. Esattamente il 20% di più rispetto ai Suoi studi.” Continuano i soci di Agorà, “Ma non è finita qui! Infatti, se il pubblico impiego incrementasse di 8 miliardi e 360 milioni di euro l’anno la propria produttività, la collettività perderebbe meno tempo in burocrazia che dedicherebbe a sua volta ad innalzare la propria ed ipotizzando sempre 10 euro giorno, essa aumenterebbe di ulteriori 8 miliardi e 360 milioni di euro a favore di quel PIL che da troppi anni viene scambiato per “pelo” in dialetto! Ha capito Signor Contarelli? Ha la possibilità di disporre facilmente nel breve di 83 miliardi e 360 milioni di euro, senza attivare quel suo inaccettabile meccanismo per ottenerne meno della metà. Altro che tagliare le pensioni!! A Lei non sfuggirà, inoltre, che circa 1 milione di lavoratori del pubblico impiego svolgono attività in nero, alcuni fuori orario altri anche durante le ore di lavoro. Poniamo il caso che ciascuno di essi arrotondi lo stipendio con 500 euro di lavoretti mensili, 6 mila euro l’anno, se pagassero il 43% di tasse come tutti i cittadini onesti, lo stato non incasserebbe altri 2 miliardi e 580 milioni l’anno? E ancora: Le suggeriamo di verificare la legittimità sulla situazione di diversi nuclei familiari percettori di più stipendi da impiego pubblico benché titolari di fiorenti attività private e di ingenti patrimoni. Non sarebbe il caso di rivedere la loro tassazione in aumento? In ultimo vogliamo parlare di pensioni di invalidità? Si può fare! A patto di stanare tutti quegli impiegati pubblici assunti negli anni dalla pubblica amministrazione, soprattutto nella scuola, beneficiando dalla minima percentuale di invalidità, che Lei saprà non si rifiutava a nessuno, a danno dei veri invalidi rimasti disoccupati e molti dei quali costretti oggi alla misera pensione di poco più di 200 euro mese. Concludono i soci: “Insomma, se vuole davvero cambiare qualcosa deve avere il coraggio di aprire un fronte di discussione pericoloso nell’imputare al pubblico impiego gran parte della responsabilità del debito pubblico. I politici ed i sindacalisti lo sanno ma non lo ammetteranno mai perché scardinando il sistema sarebbero costretti a farci capire qual è anche il loro livello di produttività rispetto a quanto noi cittadini li retribuiamo. Ecco, aggiunga a ciò i risparmi individuati e vedrà che sarà la signora Merkel a correrci appresso altro che!