L’Aquila. In Abruzzo ci sono 307.700 ultrasessantacinquenni, e di questi solo 9.500 persone ricevono servizi di assistenza domiciliare, pari al 3,1% della popolazione over 65. Sono i dati del Ministero della Salute, riferiti al 2017, resi noti oggi da Italia Longeva, network scientifico dello stesso Ministero, dedicato all’invecchiamento attivo e in buona salute. L’indagine, avviata lo scorso anno con l’obiettivo di comprendere in concreto come siano organizzati i servizi di assistenza a domicilio, prende in esame 35 aziende sanitarie presenti in 18 Regioni, che offrono servizi territoriali a circa 22 milioni di persone, ossia oltre un terzo della popolazione italiana. Per l’Abruzzo, l’indagine propone un focus sulle Asl di Pescara e Chieti, la cui popolazione è costituita da anziani rispettivamente per il 23 e il 24%, i quali sono anche i principali fruitori dei servizi di Assistenza Domiciliare Integrata (ADI) (over-65 rispettivamente il 91 e l’82% delle persone assistite in casa). Dal punto di vista dei servizi, la Asl di Chieti primeggia per numero di prestazioni ADI garantite tra quelle più rilevanti dal punto di vista clinico-assistenziale (il 100%), seguita, con il 97%, dall’Asl di Pescara.
Il 50% delle prestazioni possono essere erogate sia dal servizio sanitario, sia da operatori privati; i restanti servizi sono invece a maggior carico degli operatori privati. Entrambe le Asl sono leggermente sopra la media nazionale per costo medio di ciascun caso trattato (898 euro per la Asl di Pescara e 990 euro per la Asl di Chieti contro la media nazionale di 857 euro), mentre sono abbondantemente sopra la media nazionale per numero di ore dedicate ogni anno al singolo assistito (34 ore per la Asl di Chieti e 41 ore per la Asl di Pescara, contro una media nazionale di circa 26 ore). “Come per la maggior parte delle regioni d’Italia – commenta il Professor Roberto Bernabei, Presidente di Italia Longeva – emerge che l’Abruzzo ancora non sfrutta appieno l’opportunità dell’assistenza domiciliare, prendendo in carico con questa modalità una percentuale troppo esigua della popolazione over-65 residente. Per converso, il numero di prestazioni, le ore dedicate e l’equilibrio fra le prestazioni offerte da operatori pubblici e da operatori privati confermano che l’Abruzzo è in grado di puntare a diventare una best practice per efficacia e diffusione dell’Adi”.