Bussi sul Tirino. Il gruppo consiliare Rianimiamo Bussi lancia un allarme preoccupante sulle nuove minacce che incombono sullo sfruttamento delle acque del bacino del Tirino. Il pericoloso e irreversibile assalto all’oro blu della Valle del Tirino sta mettendo a rischio la sopravvivenza della biodiversità dell’ecosistema e delle stesse attività produttive della zona, con serie ripercussioni sull’indotto economico che oggi coinvolge oltre 200 lavoratori tra dipendenti diretti della Società chimica Bussi, aziende dell’indotto e co-insediate.
Per fare il punto della situazione e invitare la comunità a mobilitarsi in difesa delle risorse idriche del territorio, il gruppo consiliare Rianimiamo Bussi con il capogruppo Carmine Di Carlo hanno organizzato il convegno pubblico “Le acque del Tirino un ragionevole e ragionato equilibrio tra tutela e opportunità” in programma giovedì 19 settembre alle ore 18.00 nella sala conferenze del Comune di Bussi sul Tirino. Lo sfruttamento intensivo sia delle acque superficiali sia di quelle della falda basale del Gran Sasso sarà affrontato attraverso la presentazione dei dati più recenti sulla riduzione della portata del fiume Tirino e sulle conseguenze dello sfruttamento eccessivo. Saranno inoltre discusse le possibili soluzioni per tutelare questa risorsa fondamentale e garantire uno sviluppo sostenibile del territorio. I lavori, coordinati dai consiglieri comunali di Bussi sul Tirino Dario Sericola e Simonetta Setta, saranno introdotti dal capogruppo di Rianimiamo Bussi Carmine Di Carlo. Dopo i saluti istituzionali del vicesindaco reggente Paolo Salvatore, interverranno rappresentanti delle istituzioni di centrodestra e centrosinistra, del mondo produttivo e delle organizzazioni sindacali. A prendere la parola saranno tra gli altri il vice presidente del Consiglio regionale d’Abruzzo Antonio Blasioli, i consiglieri regionali Leonardo D’Addazio (Fratelli d’Italia), Vincenzo D’Incecco (Lega Salvini) e Antonio Di Marco (Partito Democratico).
“La nostra valle è in pericolo – sottolinea Carmine Di Carlo, capogruppo di Rianimiamo Bussi – la risorsa idrica più preziosa della regione è al centro di una corsa all’oro senza precedenti. Dopo le mistificazioni del passato sull’inquinamento causato dalla discarica a valle di Bussi, oggi tutti vogliono le nostre acque. Non siamo contrari ad aiutare le popolazioni della Val Pescara in razionamento idrico, ma chiediamo che i sacrifici richiesti alla falda non vengano annullati. La dispersione oggi è arrivata al 60 per cento, per questo sollecitiamo interventi urgenti sulle condutture all’Aca, alla Regione e all’Ersi. Non possiamo più permettere che interessi economici privati mettano a repentaglio il futuro della nostra comunità e del nostro ambiente. Il problema non riguarda solo il prelievo di migliaia di litri d’acqua al secondo dalla falda del Tirino, con richieste anche da regioni limitrofe, ma anche il rinnovo delle concessioni di derivazione idroelettrica e quindi la sopravvivenza stessa delle realtà industriali che garantiscono occupazione a buona parte della nostra comunità. La gara pubblica già in atto rischia di tagliare fuori le aziende del territorio, come la Società chimica Bussi che autoproduce la corrente elettrica utilizzando le acque residue del fiume e oggi dà lavoro a 130 dipendenti, i quali insieme agli altri 25 dell’indotto e ai 60 in servizio nelle aziende co-insediate rischierebbero di perdere il posto di lavoro. Il gruppo consiliare Rianimiamo Bussi invita i rappresentanti politici regionali a elaborare una strategia comune in difesa del nostro territorio e dell’occupazione di circa 215 famiglie. Chiediamo invece ai cittadini di partecipare numerosi al convegno per far sentire la propria voce e mobilitarsi in difesa di un bene pubblico essenziale”.