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Aspettando “Dove eravamo rimasti”, Tullio Solenghi racconta il nuovo spettacolo con Lopez: l’intervista

Tamara Marinetti di Tamara Marinetti
13 Dicembre 2025
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Pescara. Grande attesa per il ritorno sui palcoscenici abruzzesi di Massimo Lopez e Tullio Solenghi, che saranno protagonisti il prossimo 21 gennaio al Teatro Massimo di Pescara con “Dove eravamo rimasti”, il loro nuovo spettacolo che si inserisce in un tour che attraverserà i teatri di tutta Italia, confermando ancora una volta la popolarità di una delle coppie più amate della comicità nostrana.

Lo show, scritto a sei mani con Giorgio Cappozzo e prodotto da International Music and Arts, porta in scena la complicità artistica di Lopez e Solenghi, accompagnati dalla Jazz Company, diretta dal maestro Gabriele Comeglio, un compagno di viaggio irrinunciabile che arricchisce la dimensione teatrale con la musica. Sketch comici, esibizioni musicali, contributi video, omaggi e parodie: questa è la formula scelta dal duo per “Dove eravamo rimasti”, con l’obiettivo di stupire, ma anche di emozionare gli spettatori.

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In vista dell’appuntamento al Teatro Massimo del 21 gennaio, Tullio Solenghi ha regalato, in esclusiva per i lettori di AbruzzoLive, un’intervista speciale, per far scoprire al pubblico pescarese il dietro le quinte dello spettacolo e il significato di questo nuovo capitolo artistico, in attesa di vederlo sul palco insieme a Massimo Lopez.

Partiamo dal titolo del vostro spettacolo, “Dove eravamo rimasti”, che sembra voler alludere quasi a un dialogo ripreso, a distanza di tempo, con il pubblico. Che cosa rappresenta per voi questo titolo?

«Abbiamo scelto questo titolo perché, fino alla pausa forzata dovuta al Covid, abbiamo fatto spettacoli in maniera continuativa. La pandemia ha rappresentato un po’ un diaframma per tutti noi, perché siamo dovuti rimanere fermi e, una volta tornati al lavoro, volevamo dare l’idea di una continuazione del nostro rapporto e del nostro racconto con il pubblico. Ecco perché abbiamo pensato: “Dove eravamo rimasti”. C’è stata un’interruzione, ovviamente non dipesa da noi, e ora c’è una ripresa, ma con nuovi ingredienti rispetto al precedente spettacolo».

Lo spettacolo alterna sketch, musica e contributi video: come nasce l’idea di mescolare linguaggi diversi? Questa nuova formula potrebbe rappresentare un nuovo modo di fare spettacolo e, quindi, un’evoluzione del teatro?

«In realtà, questa scelta fa parte un po’ del nostro modo di raccontare, soprattutto mio e di Massimo. In questo nuovo spettacolo, rispetto al passato, ci sono dei brani musicali che noi cantiamo, ci sono degli sketch veri e propri, c’è un omaggio all’avanspettacolo, c’è l’incontro inedito tra vari personaggi. Massimo ha voluto aggiornare il suo set di personaggi ‘papali’, quindi interpreterà Leone XIV; io Mattarella; poi ci sarà un lectio magistralis di uno Sgarbi rifatto da noi, con uno sciagurato che gli rovina tutti i quadri che appaiono sullo sfondo. Infine, come sempre, ci sarà l’omaggio ad Anna: questa volta è un omaggio musicale molto commuovente ed emozionante».

Per quale motivo avete scelto di inserire personaggi della nostra contemporaneità, come papa Leone XIV o Vittorio Sgarbi? Qual è il messaggio che volete trasmettere attraverso queste parodie/omaggi?

«Li scegliamo innanzitutto perché sono personaggi legati all’attualità e in qualche modo familiari al grande pubblico. Abbiamo deciso di fare anche un omaggio finale al grande Maurizio Costanzo. Insomma, partiamo dalle indicazioni che ognuno di noi dà, ma poi, alla fine, succede sempre che ci affezioniamo a qualche personaggio, ed è per questo che vogliamo raccontarli al nostro pubblico».

Quello di gennaio 2026 sarà per voi un ritorno in Abruzzo. Che rapporto avete con il pubblico abruzzese e cosa vi emoziona di più nel tornare a esibirvi qui?

«L’Abruzzo fa parte delle zone che noi frequentiamo di più, anche per via del lavoro. Infatti, già in passato, diverse volte ci è capitato di esibirci nella vostra Regione con i nostri precedenti spettacoli. Quindi ritornarci è sempre un po’ come voler riallacciare il nostro rapporto col pubblico abruzzese, che ovviamente ha difficoltà a venire a Roma a vederci dal vivo in televisione in qualche registrazione, ma ci vede in tv da casa. Con le tappe di Avezzano e Pescara saremo noi a venirvi a trovare a casa vostra, è un po’ come andare a trovare dei nostri parenti. Fra questi parenti di tutta Italia, ci sono assolutamente anche dei parenti abruzzesi».

Tags: pescara
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