Pescara. Dalle prime luci dell’alba, cento carabinieri del Comando Provinciale di Pescara, con l’ausilio del Nucleo Elicotteri e del Nucleo Cinofili, stanno dando esecuzione a una ordinanza che dispone l’applicazione di misure
cautelari nei confronti di 20 cittadini di etnia ROM.
L’ordinanza è stata emessa dal Giudice per le indagini preliminari del Tribunale dell’ Aquila su richiesta della locale Direzione Distrettuale Antimafia, poiché gravemente indiziati del reato di associazione per delinquere di stampo mafioso.
“Nella mattinata di oggi i Carabinieri del Comando Provinciale di Pescara hanno eseguito diciannove ordinanze di custodia cautelare – diciotto di custodia in carcere e una di arresti domiciliari – per il delitto di associazione di stampo mafioso e numerosi altri reati satellite (estorsioni, possesso di armi ed esplosivi, traffico illecito di sostanze stupefacenti, tentato omicidio, danneggiamento aggravato, accesso indebito a dispositivi idonei alla comunicazione da parte di soggetti detenuti, occupazioni abusive di immobili, minaccia aggravata e truffa) tutti
commessi in Pescara in un determinato ambito territoriale, ovvero il quartiere Rancitelli, con basi operative nel rione “Ferro di Cavallo”. A renderlo noto con un comunicato è la Procura dell’Aquila.
“La misura cautelare è stata richiesta al G.I.P. da questa Direzione Distrettuale Antimafia all’esito di una lunga e impegnativa indagine materialmente condotta dal Reparto Operativo – Nucleo Investigativo di Pescara con l’impiego di avanzate tecniche di sorveglianza audio e video, costantemente accompagnate da assidui servizi di osservazione e controllo del territorio. Le attività investigative hanno preso lo spunto da alcuni reati “spia” dai quali si è percepito lo stato di profondo disagio degli abitanti del quartiere – e in genere della cittadinanza pescarese – per la prassi di illegalità invalsa nel quartiere, divenuto gradualmente invivibile per chi non
prestasse acquiescenza alle prevaricazioni e non tollerasse passivamente la commissione dei più svariati delitti.
Gli esiti delle investigazioni – sviluppate attraverso attività tecniche di intercettazioni audio e video, durate per oltre due anni e puntualmente riscontrati da servizi sul territorio – hanno inequivocabilmente documentato, per la prima volta a Pescara, l’esistenza di un gruppo criminale composto prevalentemente da nuclei familiari residenti nel quartiere Rancitelli dediti alla pratica e all’ostentazione della violenza verso le persone e le cose.
La violenza protrattasi nel tempo ha generato una notevole forza intimidatrice e la conseguente condizione di assoggettamento ed omertà di tutti coloro che potevano avvertirne il pericolo.
Si è dunque creata la situazione tipica dell’associazione mafiosa descritta dal codice penale, nella quale un gruppo organizzato controlla un determinato territorio sul quale è in grado di compiere impunemente una serie indeterminata di delitti sopprimendo qualsiasi tipo di controllo sociale e legale”.