L’Aquila. È prevista per oggi la prima udienza per i sette ex terroristi rossi italiani fermati in Francia. Si tratta di Roberta Capelli, Marina Petrella, Sergio Tornaghi, Enzo Calvitti e Giovanni Alimonti delle Br; Giorgio Pietrostefani di Lotta continua e Narciso Manenti dei Nuclei armati contro il potere territoriale.
Ci vorranno due/ tre anni per l’estradizione. Ancora ricercati invece gli ex brigatisti Bergamin, Di Marzio e Ventura. Il Parlamento europeo adotta intanto una stretta contro i contenuti online di natura “terroristica”: dovranno essere rimossi entro un’ora.
È stata la Francia di Emmanuel Macron a raggiungere, quarant’anni dopo l’intesa di Francois Mitterrand con Craxi, un accordo con l’Italia di Mario Draghi e a disporre l’estradabilità per 10 ex terroristi rossi italiani.
Pietrostefani, condannato a 22 anni per l’omicidio del commissario Luigi Calabresi, è nato nel 1943 all’Aquila dove ha vissuto con la sua famiglia fino al 1962. Si è trasferito poi a Pisa per iscriversi all’università.
Stanislao Pietrostefani, il padre, prefetto, è stato per anni presidente del Club alpino dell’Aquila.
La fuga di Bergamin, Di Marzio e Ventura dimostra che “il gruppo vanta ancora appoggi e una rete di sostegno in Francia”. La situazione è tenuta sotto stretto controllo dagli inquirenti, considerati problemi particolari legati ad ognuno di loro, anche di salute. Pietrostefani ha subito un trapianto di fegato.
Il blitz sarebbe dovuto scattare già nei giorni scorsi ma pare che a farlo slittare sia stata la nuova emergenza nazionale legata al terrorismo che sta interessando la Francia.