Pescara. “Apprendiamo che l’amministrazione comunale della Città di Pescara ha annunciato la propria soluzione all’annosa questione delle Aree di risulta.
A dispetto del pomposo annuncio non abbiamo notato reazioni di giubilo in città. Forse perché la soluzione scelta non porta nessun vantaggio ai pescaresi?”
Così si legge in un comunicato diffuso oggi dall’Associazione di promozione sociale “Noi non vogliamo encomi”.
“Quale che sia il motivo del non riscontrato entusiasmo dei cittadini, non può essere dimenticato e non può non essere considerato, in ogni proposta sul destino delle Aree di Risulta, il dato di fatto che dopo 30 anni la città si è abituata a quei parcheggi”, continua il comunicato.
“L’eliminazione di gran parte di essi comporterebbe l’eliminazione di consuetudini radicate nella città con l’insorgenza di ovvie ripercussioni per la viabilità e la vivibilità del centro, anche commerciale, cittadino. La costruzione nelle Aree di Risulta di una sede regionale, a parte che urbanisticamente inappropriata, avrà il risultato di congestionare il centro cittadino, con intuibili ricadute anche di carattere ambientale.”
E prosegue: “Noi ricordiamo con nostalgia il tempo in cui, poco meno di trenta anni fa, la città di Pescara venne tappezzata con manifesti raffiguranti un fotomontaggio che ritraeva la facciata della “nuova” stazione ferroviaria con la foto di un sottostante bosco e la frase “la città che vogliamo”. Ecco la nostra proposta per la nostra città che vogliamo è proprio questa: verde pubblico attrezzato (un bosco al centro della città), parcheggi anche con strutture (interrati o con silos), un edificio di coesione sociale che per caratteristiche architettoniche diventi uno dei simboli della città, magari indicendo un concorso di idee con l’Università di Architettura.”
“Questa è la nostra idea, ma riteniamo che la via più giusta sarebbe quella indire un referendum per far decidere ai Pescaresi il destino di quella area strategica per il futuro della città. Se c’è proprio bisogno di una nuova sede della Regione, perché non progettarla in periferia, così come era già stato deciso qualche anno fa su un sito nei pressi dell’aeroporto? Magari sulle aree attigue al “ferro di Cavallo” a Rancitelli? Questa sì sarebbe una soluzione che denoterebbe la volontà di riscattare quella zona dal degrado e unirla, come è giusto che sia, finalmente al resto della città”, conclude.