Chieti. Una battaglia che parte da lontano quella della Federconsumatori AbruzzoAps, della Cgil Chieti e dello Spi Cgil Chieti, un impegno per una sanità universale ed efficiente che possa garantire a tutti l’accesso alle cure.
Una lotta unitaria, portata avanti da tempo insieme a diverse realtà associative per difendere e rilanciare il Servizio Sanitario Nazionale che ha bisogno di risorse economiche, umane oltre che di una precisa strategia organizzativa.
Tra i problemi di stretta attualità c’è quello della lunghezza delle liste di attesa che sta assumendo contorni drammatici.
Per tale ragione la Federconsumatori Abruzzo, la Cgil Chieti, lo Spi Cgil Chieti aprono uno sportello per il diritto alla salute affinché i cittadini riescano ad ottenere le prestazioni sanitarie fissate nel Piano di Governo o dalle indicazioni del medico proscrittore. Tutti i cittadini sono invitati a recarsi presso lo sportello in via P.V. Valera, 4, a Chieti, o a prendere contatti telefonando al n. 3757366177 per rivendicare e vedersi riconosciuto il proprio diritto alla salute.
L’articolo 32 della Costituzione tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività; la Legge 833/1978 istitutiva del Servizio Sanitario Nazionale ne stabilisce i principi fondamentali di universalità, uguaglianza e equità.La ASL di Chieti deve provvedere ad erogare le prestazioni entro i tempi massimi stabiliti, come previsto dalla Legge 124/98.
Il susseguirsi di tagli, le mancate riorganizzazioni e le scelte sbagliate hanno progressivamente indebolito e impoverito quello che per anni è stato considerato uno dei migliori servizi sanitari pubblici a livello mondiale.La sanità pubblica in Italia, ed in particolare in Abruzzo, vive una condizione di estrema difficoltà da cui appare impossibile uscire senza un concreto cambio di rotta, che però non appare imminente.
Anche la Legge di bilancio 2024-2026 prosegue nel progressivo definanziamento del servizio pubblico con risorse che non saranno sufficienti neanche a coprire gli effetti dell’inflazione e, di conseguenza, non saranno in grado di garantire i necessari rinnovi contrattuali del personale sanitario e le ulteriori nuove spese vincolate: ciò significa che le Regioni avranno meno risorse a disposizione rispetto a quelle di ieri già insufficienti.
Allarmante il rapporto tra Fondo Sanitario Nazionale e PIL che, dal 6,3% del 2024 scenderà ulteriormente fino al 5,9% nel 2026: il valore più basso degli ultimi decenni. La conferma della volontà politica del Governo Meloni di disinvestire e quindi, nei fatti, di proseguire nello smantellamento del SSN a favore della privatizzazione della salute.
Purtroppo prende inoltre forma il progetto di autonomia differenziata, destinato a peggiorare ulteriormente le gravi e profonde diseguaglianze territoriali – che incidono sia sulle aspettative di vita alla nascita, sia sulle aspettative di vita in buona salute, e si traducono anche in un’elevata mobilità delle persone dall’Abruzzo verso altre regioni per curarsi.