Sulmona. “E ci risiamo. Un altro centro di accoglienza per richiedenti asilo è stato chiuso in Abruzzo – commenta Gilberto Negretti, responsabile regionale immigrazione e sicurezza di Noi con Salvini Abruzzo – per gravi carenze igienico-sanitarie e strutturali, criticità in materia di sicurezza sul lavoro, sovraffollamento e addirittura alcuni posti letto ricavati in un sottotetto alto poco più di un metro. La struttura si trova nel centro di Sulmona (AQ) e i problemi sono stati accertati dai Carabinieri del Nas di Pescara”.”La Prefettura dell’Aquila si conferma particolarmente “distratta” – continua Negretti – nei confronti dei gestori profumatamente pagati e delle strutture palesemente inadeguate messe da loro a disposizione per accogliere i richiedenti asilo. Dopo Alfedena e Scontrone è la volta di Sulmona”. E’ la domanda che il Movimento Noi con Salvini Abruzzo si pone, è come si sia resa possibile una ‘distrazione’ così palese in netta violazione dei SERVIZI MINIMI GARANTITI in relazione alle strutture, imposti dal bando di gara che così specifica: Strutture di accoglienza: L’Ente gestore ha l’obbligo di avvalersi di strutture munite di destinazione urbanistica compatibile con il servizio in oggetto, ubicate nel territorio della provincia dell’Aquila, che rispettino la normativa in materia residenziale, sanitaria, di sicurezza antincendio e antinfortunistica; Requisito tecnico-organizzativo: Essere in possesso di certificazione urbanistica e sanitaria, ovvero allegare ricevuta di richiesta di certificazione al Comune, per i locali/strutture che saranno utilizzati per i servizi oggetto della presente gara; si evidenzia che ogni struttura dovrà accogliere da un minimo di n. 4 ad un massimo non superiore a n. 50 persone. “A questo punto la Prefettura deve assolutamente chiarire come sia stato possibile autorizzare senza controllo strutture palesemente non a norma con i suddetti requisiti così come accertato dai Nas. Già è assurdo che il Governo abbia speso – solo nel 2015 – oltre 3,3 miliardi di euro per la gestione di immigrati, la grandissima parte dei quali si sono rivelati clandestini perché senza requisiti per la protezione internazionale; risulta poi inaccettabile – conclude Negretti – apprendere che questa montagna di soldi vanno a soggetti spregiudicati che nemmeno erogano servizi per i quali sono profumatamente pagati”.