L’Abruzzo si ritaglia un posto d’onore nella nuova edizione della Guida ai Migliori Pinot Nero d’Italia 2026 curata da Vinodabere, un volume (qui la guida completa) che raccoglie e recensisce centinaia di etichette provenienti da tutta la penisola, con schede di degustazione e premi speciali assegnati dai curatori. Due cantine della regione, Castelsimoni e Podere Castorani, sono infatti state selezionate tra le migliori interpreti italiane di un vitigno difficile e affascinante come il Pinot Nero, tradizionalmente legato ad altre aree ma sempre più capace di esprimere carattere anche ai piedi del Gran Sasso e sulle colline pescaresi.
Castelsimoni, azienda di Cese di Preturo (L’Aquila), ha conquistato l’attenzione della guida con ben due etichette. Un primo Pinot Nero agile e fresco in versione rosa, capace di declinare in chiave abruzzese profumi di fragola, ciliegia e melograno, con una beva snella e immediata. A questo si affianca una versione più intensa, il Diamante Nero, un rosso nato a 800 metri di quota e premiata con la Standing Ovation (il massimo dei riconoscimenti) dei curatori: un vino dai sentori di ribes nero, liquirizia e leggere note affumicate, sorretto da tannini fini e da una marcata impronta minerale che racconta la durezza e la bellezza delle montagne d’Abruzzo. La filosofia della cantina, fondata da Paolo e Manuela, è quella della viticoltura eroica: niente chimica di sintesi, nessuna irrigazione, lieviti indigeni e un lavoro artigianale che segue i ritmi naturali.
Accanto a loro, entra in guida anche Podere Castorani, storica azienda di Alanno (Pescara) che oggi vede tra i protagonisti anche l’ex pilota di Formula 1 Jarno Trulli. Qui i vigneti si trovano a 350 metri di altitudine, tra l’Adriatico e la Maiella, e danno vita a un Pinot Nero affinato 12 mesi sur lies in legno, seguito da sei mesi in vasca e altri sei in bottiglia. Il risultato è un vino dalle note di piccoli frutti, spezie e balsamicità leggera, dal sorso armonico, equilibrato e persistente.
Con queste due presenze, l’Abruzzo conferma la propria crescente vocazione non solo per i vitigni autoctoni più noti, ma anche per il Pinot Nero, interpretato con personalità e fedeltà al territorio. Un segnale importante per una regione che ambisce a confermare la propria immagine di realtà rilevante sulle scene nazionali e internazionali del vino.