L’Aquila. Una lettera aperta è stata scritta dal presidente Ance Antonio D’Intino al ministro Giorgetti in merito al decreto legge n.11 2023.
“Onorevole Ministro Giorgetti, ci avete sbalordito” scrive D’Intino, “avete dimostrato che anche lo Stato, se ha volontà, può intervenire, dal giorno alla notte, stravolgendo assetti legislativi e civili aspettative, in assenza di una qualsivoglia interlocuzione con le categorie coinvolte, con una determinazione tale da configurare uno stato di emergenza!”
“Abbiamo ascoltato”, continua D’Intino, “quindi, le dichiarazioni rilasciate dal Governo nell’immediatezza e, devo dirLe, che siamo rimasti ancora più sconcertati: Lei, in particolare, ha ridotto il superbonus ad un debito di duemila euro a cittadino ed ha annunciato le novità approvate al pari di una cura miracolosa contro chissà quale malanno.
Abbiamo rilevato, al contempo, una minore enfasi da parte del Vice Premier Tajani, con una maggiore propensione ad inquadrare realisticamente il fenomeno superbonus che ha rappresentato, fino a prova contraria, un volano per l’economia e per l’occupazione nella fase post covid.
Nel 2021 è stato registrato un + 6,6 % con quattro punti che sono merito dell’edilizia con i settori collegati!
Nel 2022 la stima preliminare è di un +3,9%, segue un rallentamento significativo stimato per il 2023 di +0,4% : un andamento che, non a caso, segue anche la dinamica degli effetti degli incentivi fiscali destinati ad esaurirsi, di fatto, nel 2023.
Il contributo dato al PIL nell’intero sistema economico riesce a compensare la spesa, generando un valore aggiunto in termini di benefici economico-sociali, questi dati sono corroborati da analisi pubbliche (CRESME , LUISS, OICE, NOMISMA) e le ribadiamo anche solo per supportare le nostre argomentazioni in un confronto che abbiamo sempre stimolato ed alimentato ma che, da ultimo, si è dimostrato a senso unico con una messa all’angolo che riteniamo arrogante, distante anni luce dalle relazioni consolidate.
Il vostro NO, tradotto in legge, lo dobbiamo accettare ma, in uno Stato democratico, ed a maggior ragione a fronte di uno scenario socio economico costruito per legge, che viene messo in discussione, si ha l’obbligo, quanto meno morale, di circostanziare e giustificare con argomentazioni solide una scelta che si ripercuote su legittimi affidamenti, su contratti in corso, su cantieri avviati, su rischiose esposizioni di imprese e di famiglie.
Una impostazione governativa che, a queste condizioni, se non incide sulla autorità dello Stato ne mina, quanto meno, l’autorevolezza.
Ora, come pensate di affrontare il nodo dei crediti incagliati?
Come pensate di non far fallire 25 mila imprese?
Con questo Decreto, avete conseguito l’obiettivo di bloccare la moneta virtuale, nonostante i vantaggi per l’economia reale prodotti, almeno, finora.
Come ANCE, sin da subito, avevamo suggerito alcuni correttivi per la messa a punto dello strumento, tra i quali, quello di porre un tetto massimo agli investimenti annuali del Superbonus , in modo da favorire quantità e qualità dei lavori di riqualificazione secondo la migliore programmazione, sia pubblica che da parte dei privati, cittadini ed imprese, e per superare anche una certa ostilità che si era percepita da parte della Banca D’Italia verso questa circolazione di crediti su moneta virtuale.
In questa fase, non è nostra intenzione alimentare polemiche o scontri dialettici, seppur rinnoviamo il nostro sconcerto per la modalità di intervento adottata dal Governo, siamo sommersi dalle richieste di aiuto da parte delle imprese, e reclamiamo, pertanto, soluzioni tempestive per risolvere il problema dei crediti incagliati con interventi immediati, così come avete dimostrato di saper operare.
Sono certo che comprenderà il nostro sconforto e la nostra richiesta di intervento urgentissimo.
La ringraziamo e restiamo a disposizione per ogni utile confronto, nello spirito di leale collaborazione”. Conclude D’Intino.