Pescara. A pensar male si fa peccato, ma quasi sempre ci si azzecca. Lo dimostrano sei anni di governo del centrodestra in Regione Abruzzo fatti di bugie, immobilismo e incapacità gestionale. Sul tema dei rifiuti, la situazione è ancora più grave e Marsilio e i suoi continuano ad alimentare caos e incertezze. Il Movimento 5 Stelle ribadisce con forza che Ambiente SpA deve restare pubblica al 100%, così come chiedono i sindacati e lavoratori. Non accettiamo le fumose dichiarazioni della Giunta regionale, che prima nega qualsiasi ipotesi di privatizzazione e poi introduce norme che aprono ai privati. Questo doppio gioco non solo è inaccettabile, ma è un insulto all’intelligenza dei cittadini e alla dignità dei lavoratori che, comprensibilmente, hanno proclamato lo stato di agitazione.
Compito della regione Abruzzo è quello di redigere un “piano d’ambito” che individui la modalità di gestione del territorio delle quattro provincie, nel quale vengano indicate forme integrate per la programmazione e gestione di investimenti in impianti, nella raccolta e smaltimento dei rifiuti e nella relativa tariffazione del servizio. “Dal 2022 il sito dell’Agir pubblica che il piano d’ambito è in fase di redazione,” denuncia la consigliera regionale del Movimento 5 Stelle Erika Alessandrini. “Dopo tre anni scopriamo dalla voce di Nicola Campitelli, delegato alla gestione del ciclo dei rifiuti, che siamo ancora alla definizione delle linee guida. Tre anni di nulla assoluto. Tre anni di immobilismo totale. Questo è il vero volto del centrodestra: incapacità cronica mascherata da false promesse”.
Ma non basta. L’Agir, invece di lavorare per una gestione più efficiente e trasparente, ha imposto ai Comuni una clausola capestro nei contratti di gestione: appena la Regione concluderà la sua gara d’ambito, gli attuali appaltatori dovranno rinunciare ai loro contratti. “Questa scelta di far pagare ad altri la propria incapacità rende impossibile qualsiasi investimento nel servizio”, continua Alessandrini. “Le aziende che gestiscono la raccolta non possono pianificare l’acquisto di nuovi mezzi o lo sviluppo di servizi essenziali perché lavorano sotto la spada di Damocle dell’incertezza voluta da Agir. Campitelli e Marsilio sono riusciti a trasformare la gestione dei rifiuti in un campo minato.”
E poi c’è la farsa della tariffa puntuale. Campitelli annuncia che nel nuovo piano regionale per la gestione dei rifiuti almeno il 70% dei comuni abruzzesi dovrà adottare questo sistema nei prossimi anni. Peccato che la sua stessa legge regionale 45 del 2020 già prevedeva l’obbligo di applicare la tariffa puntuale, per tutti i Comuni d’Abruzzo, entro il 2021. “Campitelli ha deliberato un obbligo che lui stesso non ha mai fatto rispettare,” attacca la consigliera pentastellata. “Non so cosa sia peggio: se mente sapendo di mentire o, peggio ancora, se ignora le leggi che lui stesso ha firmato.”
Ma il punto più scandaloso è quello dell’ingresso dei privati nella gestione dei rifiuti. “Le scelte di gestione devono essere fatte dai soci delle società d’ambito, ovvero dai cittadini attraverso i loro sindaci, e non dalla Regione o da Agir, che invece si esprime dando indirizzi non richiesti e su cui non ha competenza” sottolinea Alessandrini. “Ambiente SpA deve restare pubblica, senza se e senza ma, come migliore forma di gestione, con cui riuscire a garantire la migliore efficienza e il minor costo per i cittadini.
E perché questo avvenga le società pubbliche come Ambiente Spa devono essere liberate dalla peggior politica, quella che interferisce nella gestione, a scapito del servizio, dei lavoratori e dei cittadini. Mai come in questo ambito, la politica dovrebbe limitarsi a dare indirizzi chiari, management qualificato e trasparenza. “Tutte questioni su cui il centrodestra pescarese e abruzzese ha finora dimostrato totale incapacità, esempio ne è il fallimentare progetto dell’impianto di compostaggio dei rifiuti organici di Città Sant’Angelo, del quale dopo tante polemiche e scelte scellerate, sulla testa dei cittadini rimane solo il mutuo di 15 milioni acceso sulle tasche dei pescaresi. Sarebbe il caso che certa politica vada a casa per sempre, evitando essa stessa di riciclarsi ad ogni competizione elettorale” conclude la consigliera Alessandrini.