Martinsicuro. La normativa in materia di integrazione scolastica degli alunni disabili definisce puntualmente i soggetti deputati a intervenire in determinati ambiti e la figura dell’infermiere scolastico non è prevista, attualmente, nell’organico delle Asl.
La Regione Abruzzo sta predisponendo una riforma dell’assistenza socio sanitaria e in questa sede andrà a disciplinare situazioni particolari come quella dell’alunna di Martinsicuro.
Nelle more, durante una riunione in cui in questa azienda la madre della bimba e presidente dell’associazione ”Insieme per Silvia SCN2A Aps” insieme al dirigente scolastico dell’istituto comprensivo “Pertini” di Martinsicuro hanno sollevato questa necessità, la Asl si è subito fatta carico del problema.
“Abbiamo capito subito il disagio e il dolore della madre e le necessità della bimba”, dichiara il direttore generale Maurizio Di Giosia, “e non potendo disporre di una figura ad hoc in quanto ancora non prevista, abbiamo comunque fornito un infermiere a scuola utilizzando l’Adi (Assistenza domiciliare integrata). Nei fatti dunque l’alunna ha l’assistenza infermieristica. Abbiamo voluto mettere a disposizione un infermiere, a prescindere dalla normativa, per dare un sostegno alla famiglia e in particolare alla bambina”.
La madre peraltro è a conoscenza di questa decisione, in quanto ha firmato il Pai (Piano assistenza individuale) “al fine di garantire il diritto all’istruzione e il diritto alla salute di mia figlia, nonché l’assistenza sanitaria infermieristica a scuola in forma extramurale, con l’ingresso di infermieri professionali per l’intero orario scolastico e per tutto l’anno scolastico, prevista da questo piano assistenziale integrato”, così si legge nel documento. La madre ha dichiarato poi, sempre nel documento, “consapevoli e in ottemperanza del fatto che tale servizio non è previsto dalla normativa regionale Adi e non è attualmente legittimato da nessun atto deliberativo o protocollo” e “mi sollevo da ogni responsabilità civile e penale conseguente”.
“Spiace veramente essere accusati di non aver fornito un infermiere, pur avendo fatto tutto il possibile e aver assicurato in tempi brevissimi l’assistenza infermieristica” conclude Di Giosia, “proprio perché comprendiamo le necessità di coloro che sono affetti da disabilità grave e delle loro famiglie, che hanno tutto il nostro appoggio e la nostra solidarietà. Condividiamo l’impegno della madre a far valere i propri diritti e quelli della bambina, ma troviamo quantomeno inappropriata la ricostruzione errata di quanto accaduto letta su alcuni giornali”.