L’Aquila. La CGIL della provincia dell’Aquila lancia un forte allarme sullo stato della sanità nel territorio e sulle condizioni economiche della ASL 1 Avezzano Sulmona L’Aquila. In una lettera aperta indirizzata ai vertici regionali e sanitari, il sindacato chiede una “assunzione di responsabilità della Politica” e una programmazione che escluda i tagli al personale.
Nella lettera, i segretari generali Francesco Marrelli e Anthony Pasqualone evidenziano una disparità di finanziamenti che penalizza la ASL provinciale. Nonostante copra il 50% dell’intero territorio regionale con numerosi presidi, la ASL 1 riceve il trasferimento del Fondo Sanitario Regionale più basso. I numeri sono significativi: nel 2024, la ASL dell’Aquila ha ricevuto circa 13,5 milioni di euro in meno rispetto a quella di Teramo e ben 174 milioni in meno rispetto a quella di Chieti. Nel periodo 2019-2024, la differenza di finanziamenti con la ASL di Chieti supera il miliardo di euro.
“Con ciò non vogliamo dire che devono essere trasferite risorse da una ASL ad un’altra”, precisano i sindacalisti, ma che è necessaria una “battaglia per una aumento del Fondo Sanitario Nazionale” e una redistribuzione più equa.
Questa situazione, secondo la CGIL, è aggravata dalla Legge Regionale 9/2025, che impone tagli lineari su tutte le ASL. Per la ASL dell’Aquila, ciò si tradurrebbe in un taglio di circa 5 milioni di euro solo per il costo del personale. “Circostanza quest’ultima inaccettabile che rischia di compromettere la continuità assistenziale e i diritti di lavoratrici e dei lavoratori”, scrivono i sindacati.
Per affrontare il problema, la CGIL ritiene “non più procrastinabile l’attivazione di un tavolo Politico, Tecnico e Sindacale” per individuare soluzioni che salvaguardino i livelli occupazionali e le prestazioni sanitarie. Tra le proposte avanzate, c’è la modifica della Legge 9/2025 per eliminare i tagli al personale e l’eventuale creazione di una Società Partecipata Pubblica per gestire le attività esternalizzate, garantendo stabilità a centinaia di lavoratori (tra supporto amministrativo, manutenzione, pulizia e altri servizi) e al contempo un maggiore controllo sui costi.
“Il diritto alla Salute, il diritto al Lavoro e i bisogni collettivi necessitano di una comunità di intenti con una visione sistemica della Sanità”, concludono Marrelli e Pasqualone.