L’Aquila. L’Aquila si candida ad essere luogo di confronto nazionale sulla spumantizzazione, in un Abruzzo pronto a cavalcare l’onda del segmento più in crescita tra i vini.
D’altro canto, risale al 1857 la prima testimonianza in cui si parla della valorizzazione dei vini abruzzesi attraverso la spumantizzazione e a farlo era proprio un avvocato del capoluogo, come ha ricordato il professor Leonardo Seghetti, gastronomo e tecnologo alimentare, che insieme ad Antonio Paolini e Andrea De Palma, giornalisti specializzati, ha condotto ieri nel capoluogo ‘Abruzzo in bolla alla cieca’. Si è trattato di un appuntamento di accompagnamento alla seconda edizione di ‘Abruzzo in bolla’, prevista il 13 settembre 2024: il primo evento, nato lo scorso anno su iniziativa di Virtù Quotidiane, testata di settore, con il patrocinio del Consorzio di tutela vini d’Abruzzo, tutto dedicato esclusivamente alla spumantizzazione regionale. In degustazione, al relais Magione Papale, a bottiglie coperte, sette prodotti di cui due “intrusi”, un Franciacorta e un Trentodoc, che hanno depistato il pur qualificato pubblico, dimostrando come, quando un vino spumante è di qualità, riesce a confondersi con quelli dei territori più vocati d’Italia. “Al fianco delle cinque bolle abruzzesi c’erano due intrusi di valore – ha detto il giornalista enogastronomico Antonio Paolini, vent’anni di guide di settore alle spalle – scelti per analogia e qualche assonanza, ma anche per distanza e diversità nella collocazione sui mercati nazionali e internazionali.