L’Aquila. Il 7° Festival delle Culture dell’Aquila si avvia al suo epilogo, ma lo fa con il passo lungo e il respiro profondo. Quello di chi sa che l’incontro tra culture non è un evento, ma un’esperienza collettiva. E così saranno le due giornate conclusive del 2 e 3 giugno, dense di appuntamenti che parlano di musica e memoria, di sport e integrazione, di cinema e diritti, ma soprattutto di persone.
Il primo appuntamento, fissato per lunedi 2 giugno alle ore 18:00 all’Auditorium del Parco, è una serata che mette al centro la musica come linguaggio senza frontiere. “Tra il rap e la musica tradizionale” è molto più di un titolo: è una dichiarazione d’intenti. Sul palco, ChaiMae Ghraib, Idrissa “Bosco” Koné, Basit Oluwabukola e l’Orchestra Policulturale di Piazza Palazzo daranno vita a un concerto che unisce sonorità e origini differenti in un’unica armonia.
Un omaggio corale a quegli artisti italiani che portano nel nome, nel volto o nel ritmo le tracce di terre lontane. Si canterà — e si ascolterà — dell’idea di casa, che cambia forma a seconda dello sguardo ma resta, per tutti, uno spazio dell’anima.
Alle 20:45, si spegneranno le luci e si accenderà lo schermo per “Fela, il mio dio vivente”, un documentario diretto da Daniele Vicari che racconta la figura straordinaria del musicista nigeriano Fela Kuti, icona dell’afrobeat e della resistenza. Ma è anche un omaggio a Michele Avantario, il regista che inseguì per anni questo progetto senza riuscire a vederlo realizzato in vita.
Con voce narrante di Claudio Santamaria, il film è un viaggio nella musica e nella lotta, nell’Africa e nella Roma degli anni ’80. A introdurlo sarà Basit Oluwabukola.
E come ogni notte che si rispetti in un festival che celebra l’incontro, non si chiuderà con il silenzio, ma con una Jam Session delle Culture, un improvvisare insieme senza passaporti.
La mattina del 3 giugno comincia presto, alle 10:00, con un momento dedicato alla parola, al pensiero e al dialogo. Fatima Ezzahra, vincitrice del Premio nazionale Rotary “Legalità e cultura dell’etica”, incontrerà gli studenti delle scuole superiori dell’Aquila e i ragazzi del Festival per parlare di integrazione, etica e legalità. Una conversazione importante, che mette al centro i valori civici e le scelte quotidiane di chi, ogni giorno, costruisce un’idea di società più giusta.
Nel pomeriggio, dalle 16:00, ci si sposta all’aperto, nel Parco del Castello, per una vera e propria festa dello sport multiculturale. “Giochi senza frontiere” non è solo un richiamo nostalgico, ma un invito a giocare insieme. Calcio, corsa, giochi tradizionali di carte, pallavolo, boxe: tutte discipline che, in questa occasione, si mescolano in un evento organizzato dai giovani del Festival. Qui lo sport è linguaggio, è amicizia, è energia che supera le differenze.
Alle 18:00, si torna all’Auditorium per un’opera intensa e toccante: “The Harvest” di Andrea Paco Mariani. Un docufilm che racconta la vita dura e invisibile dei braccianti sikh dell’Agro Pontino, costretti a ritmi disumani e spesso a sostanze dopanti per sopravvivere. Ma il film è anche un inno di resistenza, che miscela documentario e danza punjabi, realtà e coreografia, per gridare con bellezza ciò che non può più essere taciuto.
Dopo il film, alle 19:30, si continuerà a parlare di sfruttamento e dignità con Marco Omizzolo, sociologo e attivista, che presenterà il suo libro “Il mio nome è Balbir”: il racconto vivo e vibrante di una battaglia per i diritti, condotta nei campi e nelle aule dei tribunali.
E poi, a chiudere il festival, un film che è un vero inno al riscatto: “Chak De! India” di Himit Amin, in programma alle 20:30. La storia dell’ex capitano della nazionale di hockey indiana, che torna ad allenare un gruppo di ragazze dimenticate, è una metafora potente del superamento delle divisioni e della forza dello spirito collettivo. Un film in lingua originale, sottotitolato in italiano e inglese, introdotto dalla giovane Rishika Nayana Patil, simbolo di una nuova generazione che non dimentica né le origini né i sogni.
Tutti gli eventi sono gratuiti, fino ad esaurimento posti.