Pescara. “Doppi contatori, mancato invio di fatture per 12 anni, nessuna possibilità di controllo sui consumi e conguagli esosi che si sono riversati sulle spalle degli inquilini onesti delle case popolari. La situazione attorno ai consumi idrici degli alloggi ATER è molto critica e rischia di mettere in ginocchio famiglie che già vivono in uno stato economico difficile” ad affermarlo è il Vicepresidente del Consiglio Regionale Domenico Pettinari, nel corso di una conferenza stampa, tenuta questa mattina assieme alla Dr.ssa Ciriaca di Prospero e al Dr. Giovanni D’Andrea, rispettivamente responsabile utenze e responsabile regionale dell’Associazione di Consumatori CODICI, e al Dr. Alberto Corraro responsabile Associazione Consumatori ADICONSUM, unitamente ad alcuni inquilini che si sono visti recapitare conguagli da urlo, in cui spiega il cortocircuito che si è creato intorno ai consumi dell’Acqua nelle case ATER.
“ACA – spiega – a partire dal 2007, per richiesta dell’ATER, ha sottoscritto i nuovi contratti con i singoli intestatari degli alloggi popolari, impegnandosi a dismettere i vecchi contratti attinenti ai contatori centralizzati e attivando i singoli impianti per appartamento. Ma, come risulterebbe nel Verbale di Deliberazione del Consiglio di Amministrazione dell’ATER del 06 agosto 2021, l’ACA ha continuato a inviare anche le fatture per l’addebito dei consumi idrici degli immobili all’ATER riferiti al contatore generale, afferenti il periodo di consumo dal 2007 al 2018.
Le fatture inviate dall’ACA riporterebbero, poi, una serie di anomalie.
Il tutto si è tradotto in un contenzioso tra ATER e ACA che si è risolto solo nel 2021, con l’Atto di transazione che ha visto l’ATER riconoscere in favore dell’ACA un importo di euro 590.000,00 per i consumi idrici dal 2007 al 2018, rispetto alla quota iniziale pretesa dall’ACA di euro 892.542,88.
Cosa significa tutto ciò per l’utenza? Che anche chi ha pagato regolarmente le bollette provenienti dai contatori singoli ACA, a distanza di 12 anni, si è visto recapitare il conguaglio dei contatori centrali da parte di ATER.
Tutto questo perché nel dispositivo condominiale risultava un consumo maggiore della somma dei singoli e questo surplus veniva “registrato”, poiché il contatore centrale era ancora attivo. La cosa più grave è che quelle eccedenze sono state generate probabilmente dagli allacci abusivi o da subentri non regolarizzati, che troppo spesso sono presenti nei palazzi ATER, come denunciamo da tempo. Ora viene chiesto di sanare 12 anni di consumo di acqua irregolare agli inquilini regolarmente assegnatari. E, come se non bastasse, viene chiesto di farlo in un’unica soluzione o comunque in poche rate. Per importi che arrivano anche a 6 mila euro a bolletta. Semplicemente inaccettabile! La cosa drammatica è che tanti contatori centrali sarebbero ancora attivi e continuerebbero a registrare e a fatturare e potrebbe accadere nuovamente che tra un po’ di tempo i cittadini riceveranno nuovi conguagli dall’ATER.
Ho deciso di portare questo ingarbugliato caso all’attenzione del Consiglio regionale, perché è bene ricordate che le case ATER sono di proprietà di Regione Abruzzo, così come anche la pianificazione del servizio idrico integrato. Ho protocollato un’interpellanza per chiedere al Presidente Marsilio se è a conoscenza di questa situazione, e soprattutto quali interventi intende mettere in atto per sanarla. È necessario intervenire immediatamente perché il conto di queste inefficienze non può essere pagato sempre dai più deboli. Inoltre mi auguro che finalmente la Regione e il Comune di Pescara inizino ad applicare pedissequamente quanto previsto dalla legge 96/96 in merito alle occupazioni abusive degli immobili. Infatti questa paradossale situazione oltre ad avere una matrice burocratica di inefficienza nella comunicazione tra ACA e ATER ha un risvolto legato alle occupazioni abusive e ai conseguenti allacci illegali presso i contatori di acqua e luce. Sono anni che denuncio queste situazioni, chi è alla guida di Regione e Comune non può continuare a girarsi dall’altra parte” conclude.