Modena. Prosegue il processo a carico del trentenne tunisino Mohamed Gaaloul, imputato dell’omicidio di Alice Neri, avvenuto nelle campagne di Fossa di Concordia, nel Modenese, la notte tra il 17 e il 18 novembre 2022. La donna è stata attinta da diversi colpi di arma bianca e posta nel bagagliaio della sua Ford Fiesta, poi data alle fiamme.
Nel corso dell’ultima udienza si è proceduto all’esame dei dati relativi al traffico telefonico della vittima. Ricordiamo che il suo cellulare non è stato rivenuto in sede di indagine. La mattina del 18 novembre, preoccupato per la sua perdurante assenza, il marito di Alice, Nicholas Negrini, ha effettuato dieci tentativi di raggiungere la moglie telefonicamente, in quarantaquattro minuti, tra le 6,17 e le 7,01. Nessuna risposta. La sua ultima chiamata alla moglie risale alle 7,15 e, nella circostanza, il telefono non ha più agganciato alcuna cella.
Nel lasso di tempo tra le 3,40 di notte e le 7 del mattino, dal telefono della donna, risultano inoltre vari accessi a Internet, l’ultimo, alle 7,12. Appurato, infine, che tra Alice e Gaaloul non vi è stato alcun contatto telefonico.
A fini istruttori sono stati poi dichiarati utilizzabili dati informatici che permetterebbero di stabilire – è quanto riferisce Sul Panaro – che il cosiddetto “terzo uomo”, un collega di lavoro di Alice di cui i giornali hanno parlato più volte nel corso delle indagini, non si sarebbe trovato nelle vicinanze della scena del crimine al momento del delitto.
Nominato l’avvocato Luca Brezigar a rappresentare come parte civile la figlia di Alice Neri e Nergini, che all’epoca dei fatti aveva quattro anni. Respinta invece la richiesta della Procura di nominare per la bambina un curatore speciale in sede processuale.