Roma. Lo chef Alessandro Borghese è tornato nella sua Roma, in occasione della puntata di ieri dell’ormai iconico programma “4 Ristoranti”, in onda su Sky Uno, alla ricerca del miglior ristorante del quartiere Pigneto. Tra i quattro locali in gara, ce n’è stato uno in cui Borghese ha potuto assaporare, oltre ai piatti tipici della tradizione romana, anche dei sapori e dei sapori abruzzesi: si tratta del ristorante “Bosco – Officine del Tartufo”, dell’avezzanese Guido Liberti.
Guido, chef e titolare di “Bosco – Officine del Tartufo”, ha deciso nel 2018 di addentrarsi in questa avventura nel quartiere Pigneto a Roma, dopo aver fatto diverse esperienze formative all’estero. Lo chef avezzanese definisce la cucina del suo ristorante una “street kitchen”, perché propone uno street food mascherato da ristorante. Le sue origini abruzzesi si rivedono anche nei piatti che propone: ad esempio, la carbonara viene proposta con ingredienti abruzzesi, e invece l’amatriciana viene rivisitata con l’aggiunta di un prodotto tipicamente delle nostre zone, ossia il tartufo.
Il ristorante “Bosco – Officine del Tartufo”, inoltre, è molto attento alla sostenibilità ambientale: Guido, infatti, ha previsto una mise-en-place totalmente ecosostenibile e biodegradabile, ma al contempo raffinata ed elegante, perfetta per il suo locale in stile urban e industrial.
Liberti e gli altri tre ristoratori, “Dar Parucca” di Luca, “La Santeria di mare” di Gioia, “Scomodo Food & Music” di Romina, nella puntata di ieri, come noto a tutti gli appassionati di 4 Ristoranti, hanno mangiato, insieme a chef Borghese, ciascuno nel ristorante dell’altro, commentando i vari piatti gustati e votando con un punteggio da 0 a 10 le categorie di location, menu, servizio, conto e, da qualche edizione del programma, anche la categoria Special, che cambia di puntata in puntata. Tutti e quattro gli sfidanti, si sono dovuti confrontarsi su uno stesso piatto, e per la puntata di ieri al Pigneto è stata scelta l’Amatriciana. Ai voti dei quattro partecipanti si aggiungono, infine, quelli di Alessandro Borghese, che, naturalmente, “possono confermare o ribaltare la classifica”.
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