Pescara. “In merito alla questione querce in via delle Fornaci, è indispensabile fare chiarezza e spiegare alcuni elementi della vicenda per comprendere bene cosa è possibile e cosa non è possibile fare. Non vogliamo assolutamente passare come un’amministrazione indifferente alle tematiche ambientali o, peggio, sorda al richiamo di cittadini e associazioni sensibili a tali argomenti. Non è così, tanto che ci siamo mossi prima di ogni protesta per salvare le due querce. Sia chiaro che la messa in sicurezza di via Delle Fornaci è stato un intervento previsto in un progetto di collegamento di via Caravaggio a via dell’Emigrante, approvato dalla Giunta comunale e finanziato con fondi FSC e regionali, per cui si è già svolta la gara d’appalto e per la quale è stato sottoscritto un contratto d’appalto con la società aggiudicataria. Eventuali varianti al contratto possono essere apportate solo nei casi previsti dalla norma sui LL.PP. Negli altri casi, tra cui rientrano le valutazioni politiche, l’amministrazione può disporre tuttavia la modifica del progetto a condizione che si proceda alla risoluzione contrattuale pagando i danni all’impresa aggiudicataria dell’appalto”.
“Già in passato”. continua, “abbiamo approfondito queste tematiche proprio per la duna della riviera sud. Ora risolvere il contratto, oltre che andare contro le esigenze di sicurezza di una strada a doppio senso e senza marciapiedi, in cui passano le ambulanze, ragioni per le quali abbiamo pensato a questo progetto, comporterebbero delle penali che il Comune dovrebbe reperire nel proprio bilancio e di cui sarebbe chiamato a risponderne dalla Corte dei Conti. Inoltre essendo l’opera finanziata con fondi Regionali, eventuali spese ulteriori del Comune che derivino da proprie decisioni non saranno riconosciute dall’ente finanziatore e dovranno essere reperite nel proprio bilancio. In aggiunta si potrebbe rischiare di perdere il finanziamento regionale in quanto la procedura dovrebbe ricominciare dall’approvazione del Progetto da parte della G.C. e ripetere la gara d’appalto con un grave ritardo sul cronoprogramma di attuazione comunicato alla stessa Regione”.
“A ciò si aggiunga”, conclude, “che prima ancora delle proteste abbiamo fatto più di un sopralluogo sul posto per cercare di salvare le due querce, sopralluoghi che hanno visto partecipare i tecnici impegnati nelle misurazioni ed all’esito di tali visite ho scritto personalmente una nota, che allego, indirizzata all’ingegnere Giuliano Rossi per salvare i due alberi. Dopo approfondimenti vari, proprio per le ragioni sopra scritte, la struttura tecnica ha predisposto una variante tecnica senza aumento di spesa, l’unica possibile, che ha permesso di salvare una delle due querce perché intorno all’altra con uno spartitraffico si riuscirebbe a risolvere il problema e le misure consentirebbero comunque la realizzazione del marciapiede, soluzione impossibile per l’altra quercia. E’ l’unica soluzione questa cui sono pervenuti i servizi tecnici. Per salvare l’ulteriore quercia occorrerebbe cambiare il progetto totalmente e ciò non consentirebbe l’allargamento della strada. Siamo consapevoli ed io per primo che mi sono mosso per salvarle che questa sia l’unica possibilità consentita. Nel parco che realizzeremo, sempre nell’ambito dello stesso progetto, piantumeremo altre querce a compensazione di quella che taglieremo. Compensazione che questa amministrazione ha sempre applicato: sia in occasione della manutenzione delle alberature, prevedendo la ripiantumazione di un numero doppio degli esemplari rimossi perché pericolosi (dei 240 alberi previsti ne abbiamo già ripiantati 120 nel pieno silenzio di ambientalisti e comitati cittadini), sia sui lavori pubblici, arrivando persino a ripiantare alberi tagliati da anni e mai ricostituiti”.