L’Aquila. Questo non è Munch, o meglio, non è solo Munch. È l’intero Novecento che si apre su queste premesse. Dio è morto, le guerre indossano per la prima volta nella storia l’aggettivo mondiale, Freud ha cominciato a mischiare e confondere le carte, la modernità è sinonimo di grandezza, di volontà, di spinte propositive, ma anche di isolamento, di nuovi paradigmi della paura, di nuovi contorni dell’anima.
Tutto si trasformerà nel Novecento, tutto perderà il suo senso riconoscibile e oggettivo per trovarne un altro, meno afferrabile, meno riducibile, più potente e anche più pericoloso.
Una trasformazione che porterà alla realtà di oggi, che tutti noi conosciamo e subiamo, la Realtà Liquida, ricca di libertà e possibilità e allo stesso tempo inafferrabile e molteplice. Oggi sappiamo di essere parte di un tutto, così come ce lo insegna la biologia evolutiva, la fisica quantistica, le scienze comparate o gli assunti religiosi. Un tutto che non possiamo controllare, che non siamo ancora in grado di misurare.
Troppe informazioni, troppi punti di vista, troppi interrogativi, troppe immagini, troppi occhi, troppi sinonimi, troppa musica, troppi dubbi, troppi passi. Stiamo realmente andando dove dovremmo andare, siamo nella direzione giusta, stiamo sbagliando i punti di riferimento o non ci stiamo muovendo affatto?
7 febbraio, ore 21,00
Presso GRAN CINEMA TEATRO ZETA – Parco delle Arti
L’Aquila Loc. Monticchio