L’Aquila. Qual è lo stato di salute delle aree interne italiane e quali politiche adottare per ottimizzare il flusso di denaro pubblico ad esse destinato? Se ne parlerà all’Aquila domani – mercoledì 1 marzo – nella Main Lecture Hall del Gran Sasso Science Institute (Gssi) in viale Crispi, in occasione della presentazione del V Rapporto sui Comuni 2023, che dedica la sua terza parte alle questioni aperte riguardanTI le aree interne del Paese. L’iniziativa è co-organizzata dalla Fondazione Istituto per la Finanza e l’Economia Locale (Ifel) e dall’Università Ca’ Foscari di Venezia, che ha curato il Rapporto per conto di Ifel.
Tra gli interventi previsti quelli del senatore Guido Castelli, Commissario Straordinario per la ricostruzione post sisma 2016, e del sindaco dell’Aquila, Pierluigi Biondi.
L’apertura dei lavori sarà affidata a Pierciro Galeone, direttore Ifel, e alla professoressa Alessandra Faggian, direttrice dell’Area Scienze Sociali al Gssi. Il V Rapporto sui Comuni 2023 sarà presentato da Marcello Degni, direttore master in Pubblica amministrazione all’Università di Venezia. La riflessione arriva in un momento cruciale, mentre entra nel vivo la fase di “messa a terra” del Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr).
Nel corso dell’evento ospitato dal Gssi saranno illustrate tutte le politiche indirizzate alle aree interne, a partire dalla strategia nazionale Snai, ma anche quelle definite nel Pnrr e nelle altre linee di investimento della Ue e dello Stato. La tavola rotonda finale proverà ad anticipare gli scenari futuri, ragionando su come le aree interne usciranno dopo questa stagione di investimenti, con quali prospettive, quali problemi ancora irrisolti, quante speranze di aver invertito il trend di spopolamento che le riguarda.
Secondo stime Ifel, sono circa 73 i miliardi di euro a disposizione dei Comuni fino al 2029 per intervenire su tutte le materia di competenza dei governi locali: dalla scuola (compresi asili nido) alla mobilità (urbana ed extra urbana), dall’energia (efficientamento ed energie alternative) all’economia circolare (rifiuti), dalla digitalizzazione (potenziamento della rete internet) alla valorizzazione culturale.