L’Aquila. Lo scorso dicembre la radiomobile dell’Aquila, intervenuta in un quartiere periferico della città dove era stata segnalata una violenta aggressione, aveva arrestato un 19enne del posto e prestato i primi soccorsi alla madre ferita, che aveva poi trovato il coraggio di denunciare anni di violenze ad opera del figlio.
Il giovanissimo, che inizialmente era stato collocato agli arresti domiciliari presso l’abitazione di un parente, in seguito aveva potuto beneficiare del divieto di avvicinamento con dispositivo elettronico, una misura meno afflittiva che gli ha consentito di poter tornare a scuola e frequentare le lezioni. Un ritorno alla normalità interrotto bruscamente ieri mattina, quando i carabinieri della stazione dell’Aquila hanno eseguito l’ordinanza emessa dal Giudice per le indagini preliminari del Tribunale aquilano, che ha ripristinato la misura degli arresti domiciliari per il 19enne.
Nei giorni scorsi, infatti, erano stati segnalati all’autorità giudiziaria alcuni episodi di bullismo in danno di un compagno di scuola, con violente aggressioni verbali e fisiche avvenute sia tra le pareti dell’istituto scolastico che sui mezzi pubblici, nei tragitti di andata e ritorno da scuola. Situazione che, per scongiurare il rischio di recidiva, ha portato il magistrato a revocare i benefici concessi in precedenza, con una decisione che giunge a pochi giorni dalla celebrazione della Giornata nazionale contro il bullismo e il cyberbullismo, lo scorso 7 febbraio, istituita nel 2017 dal Ministero dell’Istruzione e del Merito. Si evidenzia che le persone arrestate o deferite in stato di libertà sono innocenti sino alla pronuncia della sentenza definitiva e che i provvedimenti adottati dalla Polizia Giudiziaria richiedono la necessaria verifica e convalida da parte dell’Autorità Giudiziaria, non implicando alcuna responsabilità accertata.