Alatri. Ci sarebbe un indagato per l’omicidio di Thomas Bricca: una persona sarebbe stata iscritta nel registro della procura di Frosinone che da quasi un mese è al lavoro sul delitto del giovane di Alatri.
Era il 30 gennaio quando Thomas fu ucciso a colpi di pistola da due persone in scooter mentre si trovava in piazza con gli amici.
Mancano ancora però due tasselli chiave. L’arma, innanzitutto. Una pistola a tamburo, secondo quanto ricostruito dai periti, cercata tra l’altro dai carabinieri nella zona delle ‘Fraschette’, tra i ruderi dei capannoni di un vecchio campo di internamento fascista. Manca anche lo scooter sul quale le due persone che hanno colpito Thomas hanno avvicinato la comitiva e sparato al ragazzo, scambiandolo per un altro a causa di un giubbotto simile. Il motorino è stato ripreso anche dalle telecamere della città, ma è tuttora irreperibile: potrebbe anche essere stato distrutto.
Arma e mezzo: elementi fondamentali per stringere finalmente il cerchio attorno agli assassini. Gli inquirenti, in ogni caso, non sono senza una pista: quella più accreditata è l’ipotesi di una rappresaglia dopo una rissa avvenuta nei giorni precedenti tra due gruppi di ragazzi del posto. In particolare è sotto la lente una coppia di fratelli della zona, insieme con il padre, che potrebbero avere partecipato alle risse all’origine dell’agguato. Si tratta degli stessi ragazzi che, un paio di giorni dopo la morte di Thomas, si presentarono ai carabinieri per chiarire la loro posizione. Sono loro, peraltro, a essere accusati dai testimoni di quella sera. In particolare a fare i loro nomi è uno degli amici della vittima, Omar – che ritiene di essere il vero obiettivo dell’agguato – che sui social ha accusato apertamente la famiglia di aver partecipato all’agguato mortale. Agguato che sarebbe stato orchestrato per vendetta: a quanto ricostruito, infatti, nel weekend precedente all’uccisione del 19enne Alatri fu teatro di due maxirisse: da una parte gli amici di Thomas, dall’altra altri ragazzi del posto. Sabato sera uno dei ragazzi fu spinto al di là di una balaustra, finendo sulla circonvallazione. Uno sgarbo troppo grave, che sarebbe stato tale da giustificare, secondo la fazione ‘offesa’, il passaggio dai pugni alle pallottole.
Intanto per mercoledì 1 marzo, a un mese dalla morte del ragazzo, la famiglia di Thomas ha organizzato una fiaccolata in città per ricordarlo. Un modo per stringersi attorno al dolore insopportabile dei parenti: il padre di Thomas, Paolo, sul suo profilo Facebook condivide articoli e servizi sul delitto e li accompagna con poche parole: “Quanto mi manchi”. “Giustizia x Thomas Bricca”. “Sete di Giustizia”. Condivide anche il post di una coppia che scrive: “Noi siamo cresciuti in giro per Alatri, dove i nostri genitori ci facevano fare tardi perché era il posto più tranquillo che ci poteva essere. Da oltre 5 anni a oggi stanno succedendo cose orribili e mi auguro solo che ci sará giustizia”. Anche lo zio di Thomas, Lorenzo Sabellico, tiene alta l’attenzione sui social, e in vista della fiaccolata di mercoledì scrive: “Thomas è il figlio di tutti… Tutta Italia dovrà vedere come marcia la comunità alatrense…con dignità, con rispetto, con amore…ma senza mezzi termini. Siamo solo all’inizio di una risposta sociale inimmaginabile che chiede: Giustizia e progetti”.