Pescara. Il 50 per cento delle acque sotterranee in Abruzzo e’ in una condizione di forte degrado, con la quasi totalita’ dei corpi idrici delle aree di fondovalle classificati nello stato “scadente”. E’ quanto emerge dalla mappa dell’Arta redatta per le attivita’ di monitoraggio predisposte dalla Regione Abruzzo, nell’ambito dell’aggiornamento del Piano di Tutela delle Acque. Il documento, che riporta gli ultimi dati disponibili al 2012, sulla qualita’ dei corpi idrici sotterranei in Abruzzo, e’ stato reso noto dal Forum Abruzzese dei Movimenti per l’Acqua. “Come per i fiumi – evidenzia Augusto De Sanctis del Forum – la direttiva 60/2000/CE prevede che entro il 2015 tutte le acque sotterranee devono raggiungere lo stato ‘Buono’. Dei 28 corpi idrici monitorati dall’Arta ben 14 sono nello stato ‘Scadente'”. Stando al documento, le uniche aree della regione di fondovalle classificate nello stato ‘Buono’ sono la piana del medio e basso Sangro e quella attorno a Castel di Sangro. “Per il resto – sottolinea De Sanctis – appare drammatica la situazione di contaminazione delle acque sotterranee della piana del Tronto, del Vomano, del Saline, del Vibrata, del Pescara, Saline, Sinello e Foro. Significativa l’inclusione nella classe ‘Scadente’ della Piana del Tirino”. Le due grandi conche interne, quella del Fucino e la Valle Peligna sono anch’esse in stato di sofferenza. Anche quella piu’ piccola di Oricola mostra uno stato ‘Scadente’ con il 60 per cento dei punti fuori norma. Secondo De Sanctis le cause di tale situazione “vanno cercate negli input chimici dell’agricoltura intensiva e nei residui delle lavorazioni “. Per il rappresentante del Forum “e’ indispensabile un radicale cambio di rotta, concentrando le risorse del nuovo Piano di Sviluppo Rurale e attuando una politica industriale severa nei confronti delle aziende che hanno l’obbligo di produrre senza contaminare la risorsa alla base delle vita. Chiediamo – continua – controlli serrati, partendo dalle aree dove si concentrano le sorgenti principali, come quelle del Tirino e delle Sorgenti del Pescara, dove dobbiamo prevenire qualsiasi tipo di rischio guardando cosa accade a monte. A mero titolo di esempio, sconcerta la notizia riguardante l’attivita’ di cava a Ofena posta sotto sequestro anche per l’ipotesi di uno scorretto smaltimento in loco delle acque di lavaggio degli inerti. A monte delle sorgenti non ci devono essere attivita’ che pongono a rischio un patrimonio essenziale”. De Sanctis chiede inoltre “rispetto immediato delle previsioni dell’Art.28 comma 2 del Testo Unico sull’Ambiente che impone al Comitato CCR_VIA di pubblicare sul proprio sito web le modalita’ di svolgimento del monitoraggio, i risultati e delle eventuali misure correttive adottate rispetto ai progetti approvati. Sul sito della Regione non vi e’ traccia alcuna di tali documenti. Tutto cio’ e’ inaccettabile. Il Piano di tutela delle acque deve immediatamente perimetrare le aree di salvaguardia e le fasce di rispetto per gli acquiferi, dettando norme stringenti per tutte le attività produttive”