Teramo. “Il 1 febbraio 1931 l’anarchico italiano Severino di Giovanni veniva giustiziato a Buenos Aires. Nel 1922 a 21 anni aveva lasciato l’Italia avviata verso la dittatura fascista. L’anarchico, originario di Chieti dove si era formato alla scuola del tipografo anarchico Camillo Di Sciullo, diventò in Argentina un agitatore e propagandista con giornali e azioni degli ideali libertari. Nel 1925 lanciò volantini inneggianti a Giacomo Matteotti in un teatro dove era in corso una cerimonia con l’ambasciatore dell’Italia fascista”, lo ricorda Maurizio Acerbo, segretario abruzzese di Rifondazione Comunista.
“Organizzò una campagna di attentati contro i simboli del capitalismo e del fascismo. Per sostenere la causa di Sacco e Vanzetti organizzò attentati all’ambasciata degli Stati Uniti, a una statua di George Washington e alla filiale della Ford. Finanziava le attività rivoluzionarie con rapine alle banche. Assaltò commissariati dove si torturavano oppositori e ovviamente le sedi fasciste e l’ambasciata italiana. Prima che gli sparassero gridò “Viva l’anarchia!”.