L’Aquila. “Il sindaco di Scoppito ignora la legge sulla parità di genere”: è l’accusa lanciata da Silvana Pawlik, Alessandra Petracca, Francesca Rossilli, Francesca Russo, Valentina Raparelli e Pamela Soncini, che denunciano “giustificazioni inconsistenti, quando non vere e proprie chimere” da parte del primo cittadino, nonostante i ripetuti richiami della Prefettura e la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale della risposta a un’interrogazione parlamentare. Secondo le firmatarie, il mancato adeguamento alla normativa sarebbe dettato dalla volontà di non “modificare l’equilibrio consolidato” nella giunta, a scapito di un “dovere inderogabile di chi amministra la cosa pubblica”.
“Risulta ormai lapalissiano ciò che accade nel Comune di Scoppito, dove l’amministrazione comunale continua a trovare scusanti per la disapplicazione della normativa sulla parità di genere nella composizione della giunta”.
Secondo le firmatarie, “con la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale della risposta all’interrogazione parlamentare, appare chiaro come il sindaco cerchi in ogni modo di giustificare il mancato adeguamento, pur di non modificare l’equilibrio consolidato all’interno del suo esecutivo”. Da qui una domanda: “Forse la paura di dover modificare lo status quo porrebbe a serio rischio il suo continuum amministrativo?”.
“il sindaco, più volte sollecitato dalla Prefettura al rispetto della normativa, abbia presentato spiegazioni prive di fondamento”. Nella stessa risposta all’interrogazione parlamentare, spiegano, “il prefetto dell’Aquila ha svolto un’opera di sensibilizzazione e responsabilizzazione, richiamando esplicitamente all’osservanza della normativa sulla parità di genere e alla natura di garanzia normativa della quota di genere, considerata ineludibile parametro di legittimità”.
Da ultimo, proseguono, “il dott. Lombardi ha invocato a propria difesa l’articolo 46 dello Statuto comunale, sostenendo che lo stesso non preveda la nomina di assessori esterni, e che gli assessori sono nominati, di regola, tra i consiglieri”. Ma, “a fronte di un nuovo richiamo del prefetto, il sindaco ha nuovamente giustificato l’inadempienza con la presunta pendenza dei lavori di modifica dello Statuto comunale, dichiarando che il 28 dicembre 2023 è stata nominata la commissione apposita”.
Le sei firmatarie sottolineano però che “da allora sia trascorso un anno e mezzo senza che la commissione sia mai stata convocata, e che oggi risulti decaduta”. Ricordano inoltre che “il Regolamento per il funzionamento del Consiglio comunale è chiaro: l’articolo 16 prevede che la seduta per l’insediamento delle commissioni deve tenersi entro quindici giorni dalla data della relativa costituzione, a cura del sindaco o del presidente”.
“È dunque evidente” concludono, “come il sindaco e la sua maggioranza non abbiano piena contezza delle norme che regolano l’ente che amministrano, continuando a fornire ai cittadini e alle istituzioni superiori giustificazioni inconsistenti, quando non vere e proprie chimere. Il rispetto della legge e delle pari opportunità non è una questione di comodo, né una variabile subordinata agli equilibri politici interni. A Scoppito serve un’amministrazione che sappia anteporre la legalità e il rispetto delle regole agli interessi di bottega”.