Scerni. “Chiedere a gran voce un ripensamento circa il paventato accorpamento dell’Istituto agrario Ridolfi di Scerni credo sia doveroso. Rispettare le comunità, le loro specificità al di là dei freddi numeri deve essere prioritario per la politica e le istituzioni dare risposte adeguate a quelle che sono le esigenze di un territorio.” Lo dice il consigliere regionale della Lega Sabrina Bocchino in merito alla vicenda del possibile accorpamento dell’istituto scernese a causa della nuova normativa nazionale che porta a rivedere i numeri anche in Abruzzo.
‘Quando dimentichiamo di guardare con oggettività alle cose e ci affidiamo alla freddezza dei numeri rischiamo sempre di generare un danno, in questo caso ad un settore nevralgico per l’economia dell’intera provincia teatina, l’agricoltura, che spesso chiamiamo in causa come eccellenza – aggiunge l’esponente del Carroccio – ma raggiungere certi risultati di quantità certo, ma soprattutto di qualità, richiede una adeguata preparazione che solo una scuola che rappresenta un caso unico nel territorio di Chieti può garantire.”
“La perdita della autonomia di un istituto che ha bel 147 anni di storia e che ha contribuito e non poco allo sviluppo delle tecniche e al raggiungimento degli standard nell’agricoltura e nell’agroalimentare di un intero territorio e non solo – dice ancora Sabrina Bocchino – significa depauperare un’intera area di un patrimonio di esperienze, dell’efficacia di rispondere prontamente ai mutamenti dei tempi anche a livello didattico per dare opportunità di sviluppo, di crescita, di occupazione ad un settore che richiede competenze specifiche. La possibile distrazione anche di risorse economiche che potrebbero derivare da una dirigenza congiunta potrebbe mettere a forte rischio il mantenimento di quella formazione basata su parti teoriche, ma soprattutto pratiche.”
“Mi duole dover constatare, peraltro, il ruolo fumoso della Provincia di Chieti che nulla ha fatto finora per tutelare l’autonomia dell’Istituto come patrimonio di un territorio e, soprattutto, per la sua collocazione in un’area interna del vastese – afferma Bocchino – una soluzione quella dell’accorpamento alla quale non posso che essere fortemente contraria.”