L’Aquila. La Procura della Repubblica dell’Aquila ha aperto un’inchiesta con l’ipotesi di reato di truffa sulla vicenda di Accord Phoenix, l’azienda di trattamento di rottami elettronici che dovrebbe riassumere 128 persone dell’ex polo elettronico aquilano. L’indagine è coordinata dal nucleo di polizia tributaria della Guardia di finanza del capoluogo, comandato dal tenente colonnello Sergio Aloia. Al momento gli inquirenti mantengono uno strettissimo riserbo sulle attività d’inchiesta. Secondo quanto si è appreso, comunque, ci sono già persone iscritte nel registro degli indagati. Nella giornata di ieri, lunedì, in serata, una trentina di finanzieri si era presentata in sede, acquisendo documenti per tutta la notte. Stamani i sigilli: l’azienda è, insomma, al momento chiusa, anche se da quanto si è appreso ci sarà istanza di dissequestro. Accord si è insediata con un investimento privato mai ben stimato, tra 35 e 50 milioni di euro, e con una quota di fondi pubblici di 10,8 milioni concessi dall’agenzia Invitalia e resi disponibile dalla delibera Cipe numero 135, sul quale ora si è concentrata l’attenzione della procura, anche grazie a una serie di esposti presentati per denunciare possibili illeciti. A supportare i controlli, anche alcuni finanzieri del nucleo Pt di Pescara e un elicottero.
Al corrente della notizia, ma ancora sprovvisti dei dettagli, i sindacati. “Siamo stati chiamati dai dipendenti mandati a casa, sappiamo solo che è stata chiusa l’azienda e che è arrivata la Finanza, domani alle 10 in un incontro sindacale cercheremo di saperne di più”, ha spiegato Alfredo Fegatelli della Fiom.