
“Dopo le barricate demagogiche contro le restrizioni”, spiegano,” ora devono ammettere che servono. La nostra regione è arrivata impreparata alla seconda ondata e non basta il reparto covid di Pescara a bilanciare la situazione gravissima di Avezzano e un quadro generale pessimo quasi ovunque. Per non parlare dell’assistenza territoriale che è rarefatta”.
“Se le persone non possono essere ricoverate andrebbero seguite a casa. Quante USCA attive ci sono in Abruzzo? Dovrebbero essere 1 ogni 50.000 abitanti per la gestione domiciliare dei pazienti. Ricordo che l’art.8 del D.L. 14/2020 ha previsto l’istituzione delle Unità Speciali di continuità assistenziale (Usca) da parte delle regioni entro il 20 marzo 2020. A che punto siamo in Abruzzo?”, concludono.