Abruzzo. Tra le bellezze della nostra regione troviamo i borghi, vero punto di forza della varietà paesaggistica delle quattro province del territorio abruzzese. Spesso arroccati, edificati su colline o all’ombra delle grandi montagne, sono quotidianamente meta di turisti e curiosi provenienti da ogni angolo d’Italia. Qui, dove il tempo sembra essersi fermato, la vita scorre tranquilla tra tradizioni secolari e viste mozzafiato sulle bellezze naturali che l’ “Abruzzo forte e gentile” è in grado di offrire. Sono ventitré, in totale, i paesi inseriti nell’elenco dei “Borghi più belli d’Italia”, gelosamente custoditi dai loro abitanti che, come guardiani fedeli alla causa, ne conservano con decisione tutto il loro fascino. In questo articolo abbiamo selezionato alcuni di questi “tesori” abruzzesi che consigliamo vivamente di visitare. Buona lettura.
Tagliacozzo: Terzo centro per numero di abitanti nella Marsica, sorge a circa 750 metri s.l.m. In passato, all’incirca attorno ai primi anni del 1400, i suoi confini erano protetti da un castello, oggi andato distrutto, e da una imponente cinta muraria composta da ben cinque porte. Il cuore del paese è rappresentato da piazza dell’Obelisco, attorno cui si sviluppa l’intero borgo, dalla quale è possibile raggiungere il Palazzo Ducale, vanto del patrimonio artistico locale risalente alla prima metà del XIV sec. Sono circa diciassette i luoghi di culto presenti sul territorio tra i quali la Chiesa e il convento di San Francesco, il cui chiostro viene utilizzato per numerose attività culturali, la Chiesa dell’Annunziata e il Santuario della Madonna dell’Oriente, che ospita, inoltre, il “Museo Orientale” al cui interno vi sono antichità egiziane, etiopiche e orientali più in generale. Tra gli edifici troviamo Palazzo Mastroddi, risalente al XIX sec, e il Teatro Talia, il cui nome, secondo la leggenda, è ispirato all’omonima musa che viveva nei pressi del fiume Imele. Durante l’anno sono numerose le iniziative culturali che richiamano migliaia di turisti da tutto il centro Italia, per cui, prendete carta e penna e segnate sulla vostra agenda la prima data libera per visitare questo splendido borgo marsicano.
Santo Stefano di Sessanio: Ricavato dalla roccia calcarea bianca è tra i borghi più suggestivi ubicati nel Parco Nazionale del Gran Sasso e dei Monti della Laga. Ancora oggi, nel conservare perfettamente le sue caratteristiche storiche e architettoniche del ‘300 e del ‘400, è in grado di regalare ai visitatori una vista mozzafiato sul Gran Sasso e sulla valle del Tirino e dell’Aterno. Il turista, attraversando le strette stradine a spirale che conducono alla Torre Medicea (parzialmente distrutta dal terremoto del 2009 e attualmente in fase di restauro), potrà facilmente vivere la sensazione di trovarsi in un’altra epoca in cui la l’uomo e la natura vivevano perfettamente in armonia l’uno con l’altro e in cui l’avvento del digitale non era condizione necessaria per una vita migliore. Qui la tradizione storico culturale si accompagna con quella gastronomica; a Santo Stefano di Sessanio, infatti, incastonate tra le case di pietra annerite dall’inesorabile scorrere del tempo, sono diverse le attività commerciali che propongono una cucina genuina, autentica e di elevata qualità. Il turista, come un viandante in epoca medievale, verrà accolto e coccolato dall’ospitalità dei suoi abitanti, mentre, al tepore di un caminetto di pietra, potrà degustare un delizioso piatto tipico locale.
Castelli: Conosciuto per via della produzione di meravigliose maioliche dipinte, arte secolare iniziata dai monaci benedettini, questo paesino situato alle falde del Monte Camicia, in provincia di Teramo, viene annoverato in tutta Italia per questa nobile, e creativa, attività artigiana. All’interno del Comune si possono osservare alcune ceramiche dei grandi maestri delle dinastie locali come i Pompei, i Gentili, i Grue e i Cappelletti. Piatti caratteristici del posto sono i “maltagliati con le voliche” (una verdura che cresce oltre i 2000 m), le “fregnacce”, “la virtù” (il minestrone con gli avanzi della dispensa) e le “mozzarelle” (involtini di lattuga e interiora di agnello). D’altronde, anche saper cucinare è un’arte.
Civitella del Tronto: Sita in provincia di Teramo, è famosa principalmente per la sua Fortezza borbonica, la seconda in Europa per grandezza. Estesa su una superficie di circa 25.000 mq fu smantellata dopo l’unità d’Italia ma nel giro di pochi decenni venne completamente restaurata e riportata a nuova vita. Presenta mura di cinta imponenti, tre camminamenti, due piazze d’armi, magazzini, cinque cisterne, alloggi per i soldati e nel punto più alto, il Palazzo del Governatore. La Fortezza, che in passato era considerato il più importante baluardo del Regno delle due Sicilie a causa della sua posizione strategica, domina il borgo sottostante che, ancora oggi, conserva numerosi edifici medievali e rinascimentali racchiusi entro le mura. Oltre alla Fortezza, si segnalano anche la Collegiata di San Lorenzo, la Chiesa di San Francesco, la Fontana degli Amanti, le cui acque fuoriescono direttamente dal cuore della Fortezza, e la Ruetta, la via più stretta d’Italia, originariamente pensata per incanalare gli assalitori in spazi angusti e minuti. E’ possibile, inoltre, visitare il “Museo delle armi e delle mappe antiche”, aperto nel 1988, al cui interno si trovano diversi cimeli frutto di una storia secolare. Nel 2013 è stato inaugurato il “Nina: museo delle arti creative tessili”, che conserva una collezione di abiti antichi dal 1700 fino ad oggi. Civitella del Tronto, però, non è famosa solamente per le sue origini medievali; infatti, all’interno di questo splendido borgo, vi è una vasta varietà di prodotti tipici come salumi, legumi, oli, formaggi, funghi, tartufi, patate.
Abbateggio: Dalle fonti storiche in nostro possesso, sappiamo che questo paesino di circa 350 abitanti, collocato nel Parco Nazionale della Maiella, a 40 km da Pescara, fu edificato sul finire dell’800 per volere dell’Imperatore Ludovico II. La parte più antica del paese è costituita da minute casette di pietra ricavate dalla roccia sulla quale sorge, che, proprio per questa ragione, qualificano Abbataggio come “paese presepe”. Dal suo punto più alto si può ammirare sia il Gran Sasso, emblema della montagna in Abruzzo, che il mare Adriatico. Circondato da folti boschi di faggio, nel dicembre del 2009 è entrato a far parte dell’elenco dei “borghi più belli d’Italia”. Da visitare la chiesa della Madonna dell’Elcina, luogo in cui, secondo la tradizione, la Madonna apparve a due pastorelli muti che pascolavano un misero gregge, dando loro il dono della parola e chiedendo che fosse edificata una chiesa in suo nome.
Capestrano: Piccolo paesetto abitato da circa mille persone, è famoso, principalmente, per una necropoli in un cui fu rinvenuta la celebre statua del “Guerriero di Capestrano” (oggi conversata nel Museo Archeologico Nazionale di Chieti) considerata, fra le altre cose, uno dei maggiori esempi di arte italica. Il borgo, raccolto attorno al Castello Piccolomini dove ora ha sede il Municipio, offre un contesto paesaggistico – architettonico di incredibile bellezza e varietà, in grado di abbracciare diversi stili come quello rinascimentale o medievale. Visita obbligatoria al Convento di San Giovanni da Capestrano (XVI sec) e alla Chiesa di San Pietro ad Oratorium (1100 d.C.).
Rocca San Giovanni: Il panorama, da questo paesino in provincia di Chieti, è, senza timore di esagerare, mozzafiato. Il borgo, sorto all’incirca intorno all’anno 1000, si affaccia sulla splendida cornice della Costa dei Trabocchi, litorale famoso in tutta Italia per la sua bellezza paesaggistica e per la presenza dei “trabocchi”, macchine in legno utilizzate dai pescatori. Qui la vita scorre tra la brezza marina e il sole che scalda i volti di abitanti e turisti che, tra una giornata passata in relax sulla locale spiaggia, e una gita in alto mare, trovano sollievo dallo stress della vita di tutti i giorni. Questa zona è famosa anche per il vino: Rocca San Giovanni, infatti, può vantare la presenza di due cantine che producono vini Doc Montepulciano d’Abruzzo e Trebbiano d’Abruzzo. Consigliamo una visita alla Chiesa di San Matteo, di origine romana e ancora dotata delle originarie arcate gotiche, e al Torrione dei Filippini, che fa parte della cinta muraria del XIII secolo.
Pacentro: Ci troviamo nella Valle Peligna, immersi nel fantastico Parco Nazionale della Majella, ai piedi delle Montagne del Morrone. Immancabile una visita al Castello Caldora (o Castello Cantelmo), fortificazione del XIV sec costituito da tre torri quadrate circondate da un fossato sottostante, e alla Chiesa di Santa Maria della Misericordia, struttura quattrocentesca che richiama fedeli da tutto Abruzzo. Un evento che rende speciale la visita a Pacentro si tiene la prima domenica di settembre in occasione della secolare “Corsa degli Zingari”, manifestazione in cui i giovani del paese corrono scalzi sui pendii della montagna. Tradizione ricca di storia che testimonia il coraggio e la devozione dei giovani alla Madonna di Loreto che, in segno di fede, sopportano il dolore del correre a piedi nudi.
Opi: Immerso a circa 1250 m s.l.m., nel Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise, presenta le classiche caratteristiche del borgo medievale grazie alla sua edificazione arroccata su una collina. Di insediamenti umani in loco, però, sappiamo essercene stati fin dal Paleolitico grazie a ritrovamenti archeologici effettuati nella grotta “Graziani”che attestano la presenza di cacciatori che ivi si recavano in cerca di cibo. Oltre a questo, la presenza di insediamenti umani (attorno all’anno 1000) è testimoniata dalla presenza di una necropoli. Solo da qualche anno è entrato nel prestigioso club dei “borghi più belli d’Italia” ma grazie alla bellezza paesaggistica e la vicinanza a Pescasseroli, altro paesino abruzzese famoso in tutta Italia, sta rapidamente scalando le classifiche dei borghi più frequentati.
Pettorano Sul Gizio: Sono in molti a ritenere che da qui si possa godere di uno dei panorami più belli in Abruzzo. Questo splendido borgo, situato nella Valle del Gizio, infatti, rappresenta l’unico caso di centro urbano inserito in una riserva naturale. La vista che si estende dall’ antica cinta muraria, edificata da Carlo D’Angiò che successivamente fortificò il borgo ampliando, inoltre, anche il castello, è incantevole. Le passeggiate attraverso le antiche rue che si snodano tra scalette, cortili e terrazze hanno affascinato nel corso dei secoli turisti e curiosi che ivi si sono recati per godere di una vacanza nel totale relax a contatto con la natura. Sono molte le testimonianze archeologiche che vanno dalla fase tarda dei metalli al periodo romano e medievale; testimonianze preistoriche (Paleolitico, Neolitico, Bronzo) sono invece rinvenibili nelle aree montane. Il nucleo antico sorge su un promontorio detto “La Guardiola”, protetto” naturalmente dal fiume Gizio e dal torrente Riaccio. Il panorama più bello d’Abruzzo? Giudicate voi. Federico Falcone