Pescara. Anche nel 2013 l’Abruzzo registra il segno meno sul fronte dell’occupazione e del credito. Lo rileva un rapporto del centro studi di Confartigianato su dati Istat. Secondo il rapporto, nel corso del 2013, il tasso di occupazione in Abruzzo è sceso di -1,6 punti percentuali rispetto al 2012, ma tendenzialmente i dati in Abruzzo sono migliori rispetto alla media nazionale. Dati “confortanti” grazie “alle politiche occupazionali messe in campo dalla regione Abruzzo e allo sfruttamento delle risorse messe a disposizione dall’Unione Europea” , ha sottolineato Daniele Giangiulli, segretario di Confartigianato Abruzzo. Tra le province abruzzesi la maglia nera spetta all’Aquila seguita da Pescara e Teramo mentre Chieti registra un tasso stabile. Lo studio analizza anche l’andamento occupazionale nel periodo tra il 2008, anno di scoppio della crisi, ed il 2013: in questo lasso di tempo il tasso di occupazione in Abruzzo è diminuito del -3,2,%, e in tutte le province si è registrato un calo importante. Dal rapporto emerge anche come i cattivi pagatori, in primis la pubblica amministrazione, tengano in ostaggio le imprese e che la stretta del credito da parte delle banche soffoca la ripresa economica. “Il nostro rapporto – ha spiegato Giangiulli – evidenzia che siamo ben lontani dai 30 giorni promessi dalla politica per i pagamenti alle imprese fornitrici di beni e servizi da parte della pubblica amministrazione, costringendo Bruxelles ad aprire una procedura d’infrazione e facendo rischiare all’Italia 4 miliardi di euro di multa, risorse che potrebbero essere impiegate per rilanciare consumi ed occupazione. Sul fronte dell’erogazione del credito – conclude Giangiulli – in Abruzzo la situazione non è migliore rispetto alla media nazionale, anzi: a dicembre 2013 lo stock degli impieghi vivi è diminuito su base annua del -10,2% e le imprese con meno di 20 addetti sono quelle che hanno mostrato maggiore sofferenza su tutte e quattro province.”