L’Aquila. Il Presidente dell’Associazione Appennino Ecosistema, il giuri-ecologo Bruno Petriccione, ha partecipato oggi alla conferenza stampa di tutte le Associazioni che si oppongono al programmato abbattimento dei cervi in Abruzzo, che si è tenuta all’Aquila di fronte al palazzo del Consiglio Regionale.
Il Presidente di Appennino Ecosistema, dopo aver esposto dati scientifici che dimostrano come il progettato intervento di abbattimento sia basato su presupposti scientifici errati, cioè sull’assunto che l’attuale dimensione della popolazione di cervo sia molto al di sopra del suo naturale equilibrio, ha insistito sul fatto che il Piano di abbattimento del cervo non può essere attuato se prima non riceve la necessaria autorizzazione in base all’obbligatoria procedura di Valutazione di Incidenza Ambientale, con il conseguente approfondimento su basi scientifiche delle conseguenze ecologiche dello stesso su habitat e specie di interesse dell’UE e la possibilità di partecipazione del pubblico al procedimento, come previsto dalla normativa vigente.
Ambientalisti e animalisti in salvezza dei cervi, andremo al Consiglio di Stato
L’attuazione degli abbattimenti in assenza di autorizzazione di Incidenza Ambientale porrà in essere condotte di rilevanza penale da parte del personale addetto e dello stesso Presidente della Giunta Regionale. Il personale che si rendesse responsabile degli abbattimenti sarà quindi denunciato per aver eseguito attività in assenza di autorizzazione V.Inc.A., come previsto dal Codice del paesaggio (D.lgs. n. 42/2004, art. 181, c. 1), con le sanzioni previste dalla L. n. 47/185 (arresto fino a due anni ed ammenda da 10.000 a 103.000 €). Lo stesso Presidente della Giunta Regionale, in quanto legale rappresentante della Regione, se gli abbattimenti avverranno effettivamente sarà denunciato per il reato di favoreggiamento reale (art. 379 del codice penale), per aver favorito le predette condotte illecite ed aver aiutato il personale responsabile degli abbattimenti ad assicurare il prodotto del reato, con la sanzione della reclusione fino a cinque anni.