Sulmona. Ieri pomeriggio, tra tanti ricordi e lacrime, una grande folla silenziosa e commossa ha reso l’ultimo saluto a Luca D’Andrea, nel piazzale interno del cimitero di Sulmona. Un rito laico ma intenso quello celebrato per Luca, salutato da quanti avevano condiviso con lui l’esperienza dura ma entusiasmante della montagna. Attorno alla bara gli anziani genitori, la compagna Cristina e i fratelli Lucio e Lelio, circondati dagli amici di tante esperienze in montagna. Un piccolo corteo, in silenzioso cammino, ha seguito la salma di Luca, uscita dalla camera mortuaria portata a spalla da amici, pronta per la sepoltura. Sulla bara spiccano gli “attrezzi” più cari a Luca: una piccozza ed un paio di scarpe da montagna, con due fotografie, che stampano nella mente di tutti quel sorriso che Luca sapeva ogni giorno offrire a tutti. Al momento della tragedia Luca D’Andrea e Roberto Iannilli stavano aprendo una nuova via sulla parete nord del Monte Camicia, che volevano dedicare a un loro amico, il teramano Paolo Di Sabatino, anche lui amante delle arrampicate è vittima dieci anni fa di un incidente analogo sul Gran Sasso. Luca D’Andrea e Roberto Iannilli erano amici e compagni di scalate praticamente inseparabili. Davano un nome ad ogni via nuova che riuscivano ad aprire. Nomi particolari come “compagni dai campi e dalle officine” e “lotta di classe”, la prima nella nella vetta occidentale del Corno Grande e la seconda nella parete est del Corno Piccolo. Nomi che rivelano le loro idee e il modo di affrontare la vita da parte di Luca evidenziato anche oggi pomeriggio durante il suo ultimo viaggio