Manoppello. A Manoppello, in via del Popolo, c’è il piccolo museo di Santino D’Alfonso, il fabbro che forgiò le chiavi della città donate a Papa Benedetto XVI.
C’è un luogo a Manoppello, dove il tempo sembra essersi fermato, un piccolo scrigno di storia paesana. È la bottega-museo di Santino D’Alfonso, classe 1943 e fabbro di mestiere, che da cinque anni si dedica con passione a tenere vive tradizioni e antichi mestieri. A piano terra di un palazzo all’incrocio fra via Roma e via del Popolo, “La Puteca de lu Furrar” La Bottega del Fabbro) è un autentico tesoro che Santino, con la moglie Flavia Di Cecco, mostra a chiunque voglia fare un tuffo nel passato.
L’ingresso è garantito e l’accoglienza è quella calorosa di chi ha storie da raccontare. “Ai forestieri che si fermano incuriositi a fotografare – ha raccontato Santino D’Alfonso – io narro le storie di Manoppello utilizzando gli oggetti di vita quotidiana di una volta. Molti le ho realizzati io, con le mie mani, avendo lavorato per una vita come fabbro. Giorni fa sono venuti a trovarmi i bambini dell’Oratorio di San Nicola, con i loro nonni, e per me è stato bellissimo incontrarli e parlare con loro”.
All’interno della bottega-museo, ogni pezzo non è un semplice reperto, ma un frammento di vita manoppellese. Tra le creazioni di Santino spicca la copia della grande chiave della città; quella originale fu donata a Papa Benedetto XVI in occasione della sua visita alla Basilica del Volto Santo!
La collezione è vasta e suggestiva: si va dalle lampade a gas utilizzate dai miniatori, a una grande aquila in ferro forgiata da mastro Santino, passando per macchinette per il caffè, attrezzi da lavoro di ogni tipo e persino una meticolosa officina in miniatura. Non mancano oggetti della tradizione domestica come pentole e conche di rame, brocca e catino, una vecchia radio e “il ferro delle pizzelle”, lo stampo per il dolce tipico abruzzese. Il passato di Manoppello rivive anche in un bassorilievo raffigurante il castello.
In visita alla bottega, il Sindaco di Manoppello, Giorgio De Luca, con il vicesindaco Giulia De Lellis e la consigliera Anna Giuseppina Ilario, che hanno espresso il loro apprezzamento. “Abbiamo avuto il piacere di incontrare Santino D’Alfonso e sua moglie Flavia Di Cecco, che si impegnano a tenere vive storia e memoria del nostro borgo – hanno detto il sindaco De Luca e il vicesindaco De Lellis – La Puteca de lu Furrar non è solo un piccolo museo, ma un faro di identità. La passione di Santino è la dimostrazione che le radici della nostra comunità sono salde. L’Amministrazione è orgogliosa di cittadini come lui che contribuiscono a mantenere viva l’anima di Manoppello. Grazie Santino!”.
C’è un luogo a Manoppello, dove il tempo sembra essersi fermato, un piccolo scrigno di storia paesana. È la bottega-museo di Santino D’Alfonso, classe 1943 e fabbro di mestiere, che da cinque anni si dedica con passione a tenere vive tradizioni e antichi mestieri. A piano terra di un palazzo all’incrocio fra via Roma e via del Popolo, “La Puteca de lu Furrar” La Bottega del Fabbro) è un autentico tesoro che Santino, con la moglie Flavia Di Cecco, mostra a chiunque voglia fare un tuffo nel passato.
L’ingresso è garantito e l’accoglienza è quella calorosa di chi ha storie da raccontare. “Ai forestieri che si fermano incuriositi a fotografare – ha raccontato Santino D’Alfonso – io narro le storie di Manoppello utilizzando gli oggetti di vita quotidiana di una volta. Molti le ho realizzati io, con le mie mani, avendo lavorato per una vita come fabbro. Giorni fa sono venuti a trovarmi i bambini dell’Oratorio di San Nicola, con i loro nonni, e per me è stato bellissimo incontrarli e parlare con loro”.
All’interno della bottega-museo, ogni pezzo non è un semplice reperto, ma un frammento di vita manoppellese. Tra le creazioni di Santino spicca la copia della grande chiave della città; quella originale fu donata a Papa Benedetto XVI in occasione della sua visita alla Basilica del Volto Santo!
La collezione è vasta e suggestiva: si va dalle lampade a gas utilizzate dai miniatori, a una grande aquila in ferro forgiata da mastro Santino, passando per macchinette per il caffè, attrezzi da lavoro di ogni tipo e persino una meticolosa officina in miniatura. Non mancano oggetti della tradizione domestica come pentole e conche di rame, brocca e catino, una vecchia radio e “il ferro delle pizzelle”, lo stampo per il dolce tipico abruzzese. Il passato di Manoppello rivive anche in un bassorilievo raffigurante il castello.
In visita alla bottega, il Sindaco di Manoppello, Giorgio De Luca, con il vicesindaco Giulia De Lellis e la consigliera Anna Giuseppina Ilario, che hanno espresso il loro apprezzamento. “Abbiamo avuto il piacere di incontrare Santino D’Alfonso e sua moglie Flavia Di Cecco, che si impegnano a tenere vive storia e memoria del nostro borgo – hanno detto il sindaco De Luca e il vicesindaco De Lellis – La Puteca de lu Furrar non è solo un piccolo museo, ma un faro di identità. La passione di Santino è la dimostrazione che le radici della nostra comunità sono salde. L’Amministrazione è orgogliosa di cittadini come lui che contribuiscono a mantenere viva l’anima di Manoppello. Grazie Santino!”.