Pescara. “Salvaguardare e tutelare l’equilibrio e la tenuta non solo giuridica, ma anche democratica degli assetti politici della Regione Abruzzo poiché attori istituzionali, a cui sono demandate determinate decisioni, potrebbero non agire con la dovuta imparzialità ed estraneità sulla data nella quale dovranno essere svolte le elezioni per la scelta del nuovo Presidente della Regione Abruzzo e del Consiglio Regionale”.
Questo la sintesi dell’appello che il consigliere regionale di Forza Italia Mauro Febbo mette nero su
bianco in una lettera inviata al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella dove spiega come “sia
inderogabile e indifferibile fissare immediatamente la data del rinnovo del Consiglio regionale tra il 25
novembre e il 2 dicembre prossimo”. “Lo statuto della Regione Abruzzo, la legge elettorale ed il regolamento
interno per i lavori del Consiglio sono assolutamente chiari ed inequivocabili sul punto, – afferma Febbo – come
d’altronde chiarisce anche la Corte costituzionale (sentenza 196/2003) ed il Consiglio di Stato. Si è arrivati alle
dimissioni del Presidente D’Alfonso in notevole, ingiustificato e voluto ritardo, il Presidente del Consiglio
regionale Giuseppe Di Pangrazio ha firmato il Decreto di scioglimento solo il 16 Agosto, quando poteva farlo
già il 13 o 14, per poi giustificare la sua pubblicazione sul BURA per domani 22 agosto”. “Questi – spiega
Febbo – sono tutti miseri e infimi escamotage per far passare l’interpretazione, esclusivamente della
maggioranza, dei 120 giorni per lo scioglimento del Consiglio e arrivare al 22 dicembre e quindi far slittare le
elezioni a marzo. Infatti sarà facile da parte della maggioranza di centrosinistra giustificare lo slittamento: a
Natale giustamente non si può votare mentre a Gennaio/Febbraio non è possibile votare in Abruzzo visto che
abbiamo più di 100 comuni montani oltre gli 800 metri e oggettivamente impossibilitati per causa neve. Ci
troviamo di fronte ad una ignobile e scandalosa sveltina senza precedenti. Quindi – scrive Febbo nella missiva –
qualsiasi ‘forzatura’ interpretativa intrapresa emanerebbe un acre odore che inevitabilmente ognuno di noi
potrebbe ricondurre quasi automaticamente, per non dire naturalmente, a considerazioni legittimamente
collegate alle vicende descritte negli ultimi due mesi da diversi articoli giornalistici e da noi ampiamente
anticipate”.
“Per essere ancora più chiari – commenta Febbo – i giochetti del Partito democratico e dell’attuale maggioranza sono chiari e sotto gli occhi di tutti, hanno lo scopo di prendere tempo per organizzarsi dal punto di vista elettorale e di reperire o sbloccare la disponibilità di singoli individui a candidarsi. Nell’ultimo Consiglio regionale si è approvata la modifica alla legge elettorale con la giustificazione di dare più tempo ai sindaci (da 7 a 45 giorni) mentre serviva solo a superare il 24 settembre, data di scadenza del mandato dell’attuale vicepresidente del CSM Giovanni Legnini. Su questo punto infatti ho presentato un preciso emendamento per smascherare tale agevolazione ad personam, che la maggioranza ovviamente ha bocciato. È tanto il malessere che il Partito Democratico percepisce nei propri confronti e di questo Esecutivo regionale che ha necessità di guadagnare ulteriormente tempo utile e magari mentire su una candidatura che difficilmente ci sarà perché, ad oggi, è in forte difficoltà finanche a formare le liste con il proprio simbolo, tant’è che preannuncia civiche”. “Una sceneggiata – conclude Febbo – che non salverà il PD abruzzese ad arrivare terza (con o senza Legnini) alle prossime elezioni regionali ma che produrrà solo ulteriore avvelenamento al clima istituzionale ed elettorale ma soprattutto che condanna l’Abruzzo ad un immobilismo politico- amministrativo provocando ulteriori gravi danni alla nostra economia. Di qui l’appello al Presidente Mattarella”. Ermanno Natalini