Pescara. Rafforzare i ruoli tecnici nelle pubbliche amministrazioni e snellire le procedure burocratiche per rendere il sistema degli appalti più trasparente. Secondo il presidente dell’Osservatorio Infrastrutture di Confassociazioni, Stefano Cianciotta, occorre investire su progettazione e manutenzione delle infrastrutture per evitare che tragedie come quella di Genova si ripetano. Il tutto definendo “una nuova Pubblica amministrazione, che abbia nelle strutture tecniche allargate veri e propri centri di competenza dove possano finalmente lavorare insieme non solo ingegneri e architetti, ma tutte le competenze che concorrono alla realizzazione di progetti innovativi, come nelle infrastrutture digitali”.
Gli esempi positivi “anche nella Pa italiana non mancano”, dichiara Cianciotta all’ANSA, “come insegnano i casi di Rfi, Italferr, Anas, gli uffici tecnici di alcune Asl e Università, il Provveditorato Opere pubbliche di Lombardia ed Emilia Romagna, l’Agenzia del Demanio, i cui bandi prevedono premialità per chi progetta in Bim, Building Information Modeling, un plus che tra il 2019 e il 2025 sarà considerato ordinario, impattando di fatto sulla capacità organizzativa delle strutture tecniche di progetto. Il pericolo, infatti”, prosegue Cianciotta, “è che senza un’adeguata riforma della Pa interventi normativi sulle pensioni svuoteranno gli enti locali delle poche competenze rimaste soprattutto nelle aree tecniche. Si creeranno, quindi, efficienti amministrazioni di serie A e
altre di serie B, che non hanno risorse economiche, che non dispongono di competenze tecniche e che pertanto non saranno più in grado di investire neanche sulla manutenzione delle opere già realizzate, come sta già accadendo in molti comuni di dimensioni medie”.
“Snellire le procedure, riducendo la capacità di interdizione delle Pubbliche Amministrazioni, significa anche rendere il sistema più trasparente, perché nella farraginosità delle procedure si annida la corruzione, uno dei grandi problemi del sistema italiano degli appalti pubblici.
Dopo quanto accaduto a Genova”, conclude Cianciotta, “bisogna evitare però di attivare un pericoloso dualismo tra la necessità di manutenere le opere esistenti e l’indubbia urgenza di nuove infrastrutture”.